Anche quando sveste i panni del personaggio, Valerio Binasco sale in scena con quella naturalezza, nel senso di autenticità e profondità in cui la intende Carlo Cecchi, che dice la realtà (sempre secondo la sua accezione di gioco reale) del suo teatro.
Il corpo scenico – concreto e nervoso – è, in un modo quasi sensuale (il teatro è un fatto anche “erotico”), attratto dal palcoscenico, dal luogo fisico in cui sta agendo. La sua presenza concitata, vibrante e dinamica, incarna quel tipo di teatro – che non incontro di frequente – molto poco concettuale (nel senso di priorità data all’elaborazione intellettuale) e capace, invece, di verità: ciò che Binasco fa sulla scena viene fuori come liberazione di quella «bestia teatrale» che abita la sua anima. Come qualcosa di visceralmente sentito.
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Carcaça- Torinodanza Festival 2024
Il 20 ed il 21 settembre, alle Fonderie Limone per il Torinodanza Festival 2024, è andato in scena lo spettacolo di Marco da Silva Ferreira, Carcaça, una prima nazionale che si impone nel panorama teatro danza come rivelazione della stagione internazionale. Una vera e propria performance nata dalla commistione di diverse arti tra cui: l’arte visiva, la coreografia luci, l’utilizzo della voce e l’uso del corpo, esso stesso veicolo del cambiamento.
Continua la lettura di Carcaça- Torinodanza Festival 2024Il combattimento di Tancredi e Clorinda- Torinodanza Festival 2024
Nella Sala Piccola delle Fonderie Limone è andato in scena il 20 ed il 21 settembre lo spettacolo Il combattimento di Tancredi e Clorinda, una co-produzione del Torinodanza Festival. Un piccolo gioiellino la cui narrazione si concentra sul contrasto tra amore ed odio e le emozioni che li accompagnano. Struggimento, paura, rancore e risentimento, vengono elegantemente rappresentati dai ballerini Gador Lago Benito e Alberto Terribile, accompagnati dall’intensa performance canora del tenore Matteo Straffi e del clavicembalista Deniel Perer.
Continua la lettura di Il combattimento di Tancredi e Clorinda- Torinodanza Festival 2024U. (UN CANTO)- Torinodanza Festival 2024
“Dolce è sentire
Come nel mio cuore
Ora umilmente
Sta nascendo amore
Dolce è capire
Che non son più solo
Ma che son parte di una immensa vita[…]” Dolce sentire
U.(Un Canto), in scena il 15 settembre, è il secondo spettacolo della programmazione del Torinodanza Festival 2024. Nel palco regna indisturbata la presenza dei coristi, i costumi di scena sono semplici, dalle linee pulite e dai colori neutri. Le luci fredde seguono il ritmo diaframmatico dei canti e con essi le parole stesse delle canzoni che sembrano interpretare. Esse contrastano il tiepido calore della sala e accompagnano con devozione, attenzione e cura i cantanti, durante tutta la loro performance. I microfoni dalle linee sottili, sono disposti discretamente sopra i loro scalpi, per amplificare quella che verrà presentata come una coreografia di voci. Alessandro Sciarroni, direttore dello spettacolo sceglie la voce come protagonista assoluta, mettendo la platea nell’ottica dell’invisibile, talvolta in movimento ci sono muscoli che non possiamo vedere, come le corde vocali dei coristi, le quali forti, vibrano intensamente investendo la sala di una calda e quasi austera atmosfera. I canti folkloristici scelti dal direttore raccontano la tradizione popolare italiana, si intonano canzoni sui temi dell’amore, della perdita, della famiglia ma anche della natura, della passione, della fede, della solitudine e dell’amicizia.
“Amo il profumo che vien dalla tua terra,
amo la luce e il colore del tuo cielo,
amo la pace delle tue montagne,
amo la voce delle tue acque.
Amo i misteri scolpiti sulle rocce,
sogni lontani persi dentro te,
guardo la valle che nasconde il nostro bene,
sorridi e il cielo rosa sembrerà.
Oh,oh!” Rosa Camuna
Le corde del passato vengono pizzicate delicatamente, rimbomba il suono della nostalgia, gli spettatori si lasciano trasportare dalle note dolci della musica, si lasciano essi cullare dalle polifoniche voci degli artisti i quali regalano l’illusione di poter ascoltare un’unica voce.
Co-prodotto dal Torinodanza Festival 2024, U. (Un Canto)è uno spettacolo che oltre a lavorare sul movimento invisibile, lavora anche sull’assenza di movimento: un solo passo viene effettuato dai coristi, una volta alla fine di ogni canto, un cammino, lento e disciplinato che li porta dal fondo palco fino a proscenio. La platea è silente, talvolta qualcuno intona flebilmente il canto in atto, in memoria chissà di qualche ricordo riportato alla luce. L’applauso al termine della performance è d’obbligo, la voce, strumento da tutti posseduto ma da pochi utilizzato consapevolmente, sia nella vita reale che in una prospettiva artistica, quale magia possiede: la forza e la potenza se usata in gruppo, l’unicità e l’originalità se usata da una persona soltanto. Il timbro, la firma inequivocabile della nostra voce, inimitabile. Un muscolo, la corda vocale, in grado di cambiare il mondo, dichiarare amore e odio, in grado di urlare una vittoria e sussurrare una sconfitta. La danza, fatta di muscoli, è da sempre indissolubilmente legata alla musica, alla canzone che essa interpreta. Danzano le voci con le corde vocali, con i muscoli del viso, della lacrima e del sorriso e noi, platea, abbiamo danzato con loro credendo di essere immobili. Questo spettacolo è travolgente; ancora una volta il Torinodanza Festival ci ha messo di fronte ad un estremo contrasto ed anche dinanzi alla consapevolezza che non tutto ciò che vediamo è come sembra. Bisogna muoversi, fisicamente e mentalmente, per poter andare oltre e danzare là dove nessuno aveva mai danzato prima, come il coro di Alessandro Sciarroni.
Rossella Cutaia
di Alessandro Sciarroni
con Raissa Avilés, Alessandro Bandini, Margherita D’Adamo, Nicola Fadda, Diego Finazzi, Lucia Limonta, Annapaola Trevenzuoli
casting, direzione musicale, training vocale Aurora Bauzà & Pere Jou
casting, consulenza drammaturgica
training fisico Elena Giannotti
styling Ettore Lombardi
disegno luci e cura tecnica Valeria Foti
cura, consiglio e sviluppo Lisa Gilardino
Corpoceleste_C.C.00#, Marche Teatro Teatro Di Rilevante Interesse Culturale
Progetto Ring: Festival Aperto – Fondazione I Teatri Reggio Emilia, Bolzano Danza – Fondazione Haydn,
Fog Triennale Milano Performing Arts
Torinodanza Festival, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Freedom Sonata by Emanuel Gat-Torinodanza Festival 2024
<<Il fatto che qualsiasi insieme di condizioni (HOW) si traduca sempre in incentivi specifici (WHY) per gli individui coinvolti, è ciò che definisce il ruolo del coreografo. Poiché c’è sempre il problema di dover predefinire queste condizioni//incentivi, in base alla propria visione del mondo. Domande primordiali come autorità, sovranità, libertà, verità, entrano in gioco nel processo di definizione delle condizioni coreografiche.>> Emanuel Gat
Continua la lettura di Freedom Sonata by Emanuel Gat-Torinodanza Festival 2024IL PANICO – JURIJ FERRINI
Vita per non morire, morte per continuare a vivere
Jurij Ferrini chiude il cartellone del Teatro Gobetti con la sua ultima regia, Il Panico, di Rafael Spregelburd, in scena fino al 9 giugno.
Continua la lettura di IL PANICO – JURIJ FERRINICONFERENZA STAMPA TEATRO STABILE DI TORINO – ATTO UNICO
Unico atto politico
Lo scorso 4 giugno, presso il Teatro Gobetti, si è tenuta la conferenza stampa della stagione 2024/2025 del Teatro Stabile di Torino, dal titolo “Atto Unico”. Un anno di festeggiamenti, giacché ricorrono i 70 anni del Teatro Stabile di Torino e i 50 anni del Centro Studi. Settant’anni come settanta sono gli spettacoli che verranno messi in scena, come sottolinea il direttore, Filippo Fonsatti.
Continua la lettura di CONFERENZA STAMPA TEATRO STABILE DI TORINO – ATTO UNICO29 Festival delle Colline Torinesi- Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla
<< Dì la verità ma dilla obliqua>> così si apre la presentazione del 16 maggio del Festival delle Colline Torinesi, giunto alla sua 29 edizione, con una mostra alla Fondazione Merz, dal riflesso apollineo, una pala sacra situata in un luogo che sembra essere una chiesa, panchine vuote, candele bruciate ormai spente e dentro la pala lapidi distrutte, epigrafi con nomi, volti e foto differenti. Luci e ombre nuovamente si incontrano e si scontrano per restituire una visione, quanto più realistica e profonda del mondo di oggi.
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Avete mai provato a far dei passi all’interno di una mente umana? No? Ebbene, al Teatro Astra con Cassandra è possibile farlo.
Dietro le quinte sono allestite le tribune, le nostre tribune, quelle del popolo troiano. Il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo e della sua scenografia, luci e suoni ci portano in un ambiente onirico, attraversato da voci flebili ed emozioni strazianti.
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