I tre moschettieri: seconda puntata

di Matteo Tamborrino

Il secondo appuntamento con il serial teatrale del TPE è andato in scena dal 27 febbraio al 4 marzo sul “palco stravolto” del Teatro Astra di Torino, per la regia del proteiforme istrione Gigi Proietti.


Foto di scena:
Foto di scena: Luca Terracciano e Maria Alberta Navello

«D’Artagnan e i suoi nuovi amici – così recita il programma di sala (e così reciterà all’inizio della terza puntata anche Lia Tomatis nei panni di una seicentesca Annunciatrice/Popolana) – banchettano e festeggiano con i soldi ricevuti dal Re per il loro coraggio. Un bel giorno Bonacieux, padrone di casa di D’Artagnan, va a trovare il giovane e gli chiede di ritrovare sua moglie Costanza, guardarobiera della Regina, misteriosamente sparita. D’Artagnan gli promette aiuto ma poco dopo lo abbandona nelle grinfie delle Guardie del Cardinale venute ad arrestarlo perché sospetto complice nella sparizione della moglie. D’Artagnan finge collaborazione con i questurini per poter continuare a cercare Costanza che infatti, di lì a poco, ritorna in segreto a casa Bonacieux, rischiando pure lei l’arresto. Ma D’Artagnan la salva mettendo questa volta in fuga le guardie del Cardinale. Perché Costanza è sparita? Il suo segreto ha a che fare con l’arrivo clandestino del Duca di Buckingham, ministro d’Inghilterra, innamorato della Regina? D’Artagnan a sua volta si innamora di Costanza e per lei si ritrova invischiato nei misteriosi intrighi di corte: la Regina, Buckingham, il Cardinale che li vuole svergognare, il Re sospettoso e incollerito, Milady e il misterioso sfregiato, sicuramente due agenti del cardinale».

Una puntata ricca di intrecci e fulcri, dunque, anche se a dominare la scena – per l’intera durata dello spettacolo – è il giovane e abile Luca Terracciano/D’Artagnan, dallo stile fresco e ironico: si muove fluidamente in scena (sempre che di scena tradizionale si possa parlare), coinvolgendo il pubblico, anche solo con sguardi, ammiccamenti e caratteristiche risate, così come i suoi colleghi moschettieri Alberto Onofrietti/Athos, Diego Casalis/Porthos e Matteo Romoli/Aramis. Ad acuire questo senso di inglobamento dello spettatore è sicuramente la disposizione scenografica, che produce interessanti effetti prossemici. Il pubblico si sistema ai lati di una scena centrale (una sorta di lungo corridoio che collega le facciate di due palazzi dirimpettai), su una cascata di gradoni. La scenografia è curata e metonimica: un tavolo per un’abitazione, una vasca d’oro per il Louvre. L’atmosfera sembra fondere rievocazione storica (soprattutto nei mirabili costumi) e comicità dai toni amabilmente kitsch.

Certo questo connubio così particolare è ricercato coscientemente dal regista stesso, che trasforma questa puntata del romanzo in un vaudeville fumettistico, ricco di brevi monologhi a mo’ di didascalia e misuratamente ridanciano, complici anche le battute napoletane di Fabrizio Martorelli/Bonacieux e quelle spagnole della simpatica Maria José Revert/Dama Estefania, nonché gli interventi del dipartito padre Sergio Troiano, spesso in vesti femminili di domestica. Nell’intervista di presentazione Proietti afferma: «Sicuramente ci sarà dell’ironia, ma senza esagerare». Non si cade mai infatti in uno stile meramente macchiettistico. Tuttavia, i punti deboli non mancano: la messinscena è infatti priva di quella pulizia, di quel labor limae, che si pretende da uno spettacolo presentato come grande kolossal e sostenuto da un’impeccabile campagna pubblicitaria sui social e sul web. Le scene di Riccardo Ripani/Buckingham non funzionano: l’attore – dall’ottima dizione, in perfetto stile Paolo Grassi – manca però dei giusti tempi comici nella scena della spada reintrodotta nel fodero e impreziosita dalla battuta “Un momento!” rivolta a D’Artagnan che chiede ripetutamente il suo perdono. Una sequenza su cui Proietti aveva tanto insistito in prova (forse troppo), ma che non riesce. E così anche il momento musicale “Perché sono Bah-king-ham”.

La ragione di queste fragilità è forse da ricercare nell’estenuante lavoro a cui gli interpreti sono sottoposti: prove mattutine e pomeridiane della puntata successiva e repliche serali della puntata in corso. Quella di Proietti – in prova – si presenta come una regia “verticale”, quasi imitativa: non dà soltanto degli input agli attori, ma delle vere e proprie soluzioni sceniche da riprodurre. Il tempo è troppo poco per lavorare diffusamente con gli interpreti. Questo comunque non toglie che ci siano anche importanti elementi positivi. Ad esempio, la coppia dei reali di Francia: lei – Marcella Favilla/Anna d’Austria – domina (anche grazie al poderoso abito) la scena del dialogo con Buckingham, presenti le dame. La sua parodia melodrammatica – e il movimento ritmato della mascella asburgica – è eccellente. Così anche l’effeminato consorte Luigi XIII, interpretato dal bravissimo Gianluigi Pizzetti, che nonostante il fugacissimo cammeo nel finale, propone una maschera facciale davvero peculiare. E infine, le sapide gags del profumo Tonatto, che si inseriscono armonicamente nel tessuto drammaturgico.

Insomma, un ciclo teatrale, quello dei Moschettieri, che merita di essere seguito, ma che necessita ancora di qualche accorgimento da parte degli interpreti.

I TRE MOSCHETTIERI – II puntata
da Alexandre Dumas
testo Aldo Trionfo
coordinamento drammaturgico Andrea Borini
regia Gigi Proietti
regista assistente Lia Tomatis
con Luca Terracciano, Alberto Onofrietti, Diego Casalis, Matteo Romoli, Sergio Troiano, Maria Alberta Navello, Alessandro Meringolo, Stefano Moretti, Marcella Favilla, Riccardo Ripani, Fabrizio Martorelli, Vincenzo Paterna, Domenico Macrì, Matteo Anselmi, Giacomo Mattia, Marco Intraia, Andrea Romero, Maria Jose’ Revert, Michela Di Martino, Valeria Tardivo, Alessandro Panatteri, Lia Tomatis, Daniela Marcelli
scene e costumi Luigi Perego
con l’assistenza di Luca Filaci
musiche Germano Mazzocchetti
al piano Alessandro Panatteri
coreografie Federica Pozzo
progetto luci Gigi Saccomandi
scenografo collaboratore Francesco Fassone
costumista collaboratrice Augusta Tibaldeschi
allestimento scenografico realizzato in collaborazione con TEATRO REGIO TORINO
collaborazione per la costruzione di elementi di attrezzeria a cura degli studenti del corso di Teatro di figura dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino: Micol Rosso, Branislav Dimov

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *