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La Merda: “mettersi a nudo” e non solo metaforicamente…

Ricurva. Bianca. Il piede sinistro gioca contro la gamba dell’alto sgabello situato al centro del palcoscenico. Buio. Seduta su quest’ultimo c’è una donna, completamente nuda.

Nuda e cruda come la scenografia: praticamente inesistente. Nuda contro tutti inizia a canticchiare e poi… luci.

“Ci vuole coraggio”: sono le forti parole pronunciate da una voce tremula – a tratti un pò infantile -ad aprire il monologo di una giovane “rivoluzionaria” che non spicca particolarmente per la sua bellezza ma che tenta con ostinazione, grinta e un pizzico di ingenuità quasi commovente, di aprirsi un varco nella Società delle Cosce e della Libertà.

Un coraggio che farà da leitmotiv in tutti e tre gli atti di questo testo d’esordio di Cristian Ceresoli, pluripremiato e vincitore del Fringe First Award 2012 for Writing Excellence.

Un monologo pungente, attuale, esilarante e a tratti provocatorio, il quale vede come protagonista un’energica e dinamica Silvia Gallerano (vincitrice dello Stage 2012 for Acting Excellence) che tra una risata e una riflessione, grida addosso al pubblico un urlo di denuncia al pantano massmediatico di oggi; ci sputa con estrema franchezza e pochi sofismi tutta “la merda” ingoiata pur di entrare a far parte nel mondo dello spettacolo. Nella società “che conta” è l’apparenza a regnare sovrana. La giovane donna, infatti, è persino disposta ad ingrassare sino ad esplodere pur di diventare qualcuno, e apparire in una pubblicità che “sì mamma, ma certo che andrà in televisione, mamma!”.

Silvia-Gallerano_La-Merda

Per l’intera performance, la nostra eroina muterà la voce cambiando così la maschera: dal suicidio del padre, ai complessi per le cosce un pò grosse e per la bassa statura; dalla querela verbale contro svariati tipi di razzismo, – verso il sesso femminile e verso i disabili e la loro realtà di esclusione dalle classi scolastiche-  all’ossessione di far colpo, in particolare sulla madre, e “diventare alta” cosicché: “metti che sono in coda, in auto, e qualcuno dal finestrino mi riconosce chiedendomi se sono proprio io quella della… posso rispondere: oh sì certo che sono proprio io!”, la nostra “Anita Garibaldi” ci guida, per sessanta minuti, in questa feroce rivoluzione teatrale.

A far da colonna sonora, un insolito Inno di Mameli, che elogia tra l’altro, le eccellenti doti canore della giovane ribelle in questione. Più agguerrita dell’eroina sofoclea Antigone, la Gallerano si aggiudica il titolo per la nuova Molly Bloom del ventunesimo secolo grazie al flusso di coscienza e al suo soliloquio, teso a liberarsi di certi scheletri nell’armadio, via via più scomodi, e vittime di superficialità.

Dopo aver vinto l’oscar del teatro europeo e registrato parecchia accoglienza tra un pubblico di tutte le età, La merda, è ritornato al Teatro Colosseo, uno dei teatri più importanti sulla scena torinese, nonostante una sottile e persistente censura.

 

LA MERDA

Di Cristian Ceresoli

Con Silvia Gallerano

Una produzione Frida Kahlo Production con Richard Jordan Productions.

Produzioni Fuorivia

In collaborazione con Summerhall (Edinburgh) e Teatro Valle Occupato (Rome)

Produzione esecutiva e Tour Managing: Nicole Calligaris

Grafica: Marco Pavanelli

Tecnico: Giorgio Gagliano

Regia: Cristian Ceresoli

 

Martina Di Nolfo

 

 

 

 

AFTER SHAKESPEARE: SALVATE DESDEMONA di Lidia Ravera

he fine hanno fatto gli eroi narrati dal calamo Shakespeariano?

Ce lo raccontano sei autori (Nicola Fano curatore del progetto “After Shakespeare”, Lidia Ravera, Alberto Gozzi, Lia Tomatis, Sergio Pierattini, Donatella Musso) che con sei spettacoli in progress dal 26 febbraio al 22 aprile in prima assoluta, presso il Teatro Astra, portano in scena i frutti di un lungo laboratorio di scritture e analisi critiche per celebrare i quattrocento anni dalla morte del bardo.

Salvate Desdemona per la regia di Alberto Gozzi, è il secondo di questi imperdibili appuntamenti. Ambientato durante gli anni di piombo, in piena esplosione del femminismo militante, tra collettivi politici, occupazioni, manifestazioni e picchetti fuori dalle fabbriche, Gozzi insieme a Lidia Ravera, porta in scena una mise en abîme dell’ Otello del drammaturgo inglese, che conserva un’incredibile attualità a distanza di secoli.

Shakespeare infatti fu uno dei primi autori del tempo a comprendere il ruolo di vittima della donna, cercando di spiegarne la causa. Impossibile dunque, citando un’opera del genere, non parlare di femminicidio, ancora oggi ampiamente praticato. Lo spettatore è dunque invitato a riflettere su un tema ancora molto caldo e irrisolto, quello della violenza sulle donne.

Nella sceneggiatura della Ravera, Desdemona è una ragazza colta, amante del teatro e politicamente impegnata, che ha rinunciato ai suoi agi per vivere con il suo sposo Otello, un operaio burbero, che ha abbandonato il caldo sud Italia per trasferirsi nel capoluogo piemontese, dove lavora come operaio della Fiat.

Il loro rapporto è però minato da un’esasperante gelosia, “mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre”. Otello è infatti convinto che sua moglie lo tradisca, prova ne sarebbe un fazzoletto, sostituito per questo riadattamento con un cd, tanto caro ad Otello perché donatogli dalla madre appassionata di lirica, che Desdemona impresta a Cassio.

Il vaso di Pandora si apre: accecato dalla rabbia, ebbro di una follia quasi ariostesca, Otello si trasforma in una bestia che tenta di affondare i suoi artigli nel candido collo di Desdemona, la situazione quindi precipita sempre di più. Riuscirà la nostra protagonista a destabilizzare il furore omicida del marito, mettendo in salvo la propria vita?

SALVATE DESDEMONA

È la giovane Selene Baiano, membro dell’equipe artistica della Fondazione Teatro ragazzi e giovani di Torino, a vestire i panni di Desdemona, Otello è invece interpretato da un graffiante Alessandro Lussiana, diplomato nel 2006 presso la Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Torino (impegnato anche nel cinema, nella televisione e nel doppiaggio), che per alcuni tratti sembra reincarnare una personalità rude e incisiva alla Gian Maria Volonté ne La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.

Per chi fosse interessato e non avesse avuto il tempo di andare a teatro, il 23 e 24 aprile, nella prestigiosa sede del Circolo dei Lettori di Torino, verranno riprodotte in due mini-maratone sceniche, a partire dalle ore 19, tutte e sei le rappresentazioni. Il 23 aprile La signora di Shakespeare, Il sogno di Bottom e Lady M; il 24 aprile Salvate Desdemona, Puck e l’allodola, e A losing suit.

AFTER SHAKESPEARE/ Salvate Desdemona

Di Lidia Ravera

Con Selene Baiano e Alessandro Lussiana

Scene e costumi: Barbara Tomada

Luci: Mauro Panizza

Regia di Alberto Gozzi

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

Martina Di Nolfo