Dal 19 dicembre 2023 all’1 Gennaio 2024, al Teatro Gobetti, è andato in scena lo spettacolo Arlecchino Furioso.
La compagnia Stivalaccio Teatro, che si occupa di teatro popolare, teatro per ragazzi e arte di strada, in questa occasione ci riporta indietro nel tempo seguendo la tradizione della Commedia dell’Arte.
“Sono dinamici e creativi i giovani di Stivalaccio Teatro, e anche coraggiosi nel dedicare le loro energie a un genere di nobile tradizione e di alta specializzazione qual è la Commedia dell’Arte, che li porta a confrontarsi con interpreti giganteschi e insuperabili”.
Questo ciò che viene detto della compagnia in occasione del Premio ANCT – Associazione Nazionale Critici Teatro 2023, che gli viene assegnato proprio al Teatro Gobetti.
Tutto è volutamente “finto”, con assi e fondali dipinti, la recitazione è molto marcata, con i personaggi-maschere della Commedia dell’Arte riconoscibilissimi. Ma grazie ad un po’ di “pomata dell’immaginazione” spalmata sugli occhi ecco che magicamente tutto diventa credibile e porta gli spettatori a seguire con trasporto le avventure di Leandro, Isabella, Arlecchino e Romanella, a Venezia.
Lo spettacolo inizia in modo gioioso. Gli interpreti, non ancora del tutto personaggi ma non più completamente attori, passano tra gli spettatori e si presentano stringendo le mani, creando un contatto, prima ancora di salire i gradini che li porteranno sul palco.
Sembra di assistere ad uno spettacolo di strada, la platea e il palcoscenico diventano una piazza unica in cui pubblico e attori hanno un’interazione continua, in modo naturale e ironico.
Ci si diverte e il pubblico lo dimostra con l’ilarità scatenata dalle battute che hanno la comicità tipica, semplice e popolare della Commedia dell’Arte, ma con inserti che prendono intelligentemente spunto dalla nostra quotidianità.
La trama di base, che costituisce il canovaccio entro cui si muove poi tutta la vicenda, è molto semplice e viene costruita seguendo i canoni classici della Commedia dell’Arte: la storia d’amore tra Isabella e Leandro viene bruscamente interrotta quando i due amanti vengono separati dalla sorte. I due si incontrano nuovamente dopo 10 anni ma Leandro, volendo mettere alla prova l’amore e la fedeltà della sua Isabella, decide di corteggiarla sotto le mentite spoglie del Capitan Buttafuoco.
Isabella non ha ancora smesso di amare il suo Leandro, ma la sua serva, a cui viene proibito di sposarsi prima della sua padrona, innamorata e spinta da una passione carnale per Arlecchino (e volendo per questo sposarlo) vorrebbe quindi spingere Isabella a risposarsi con il Capitano Buttafuoco, per poter coronare il suo sogno di amore e di passione.
Arlecchino prova gli stessi sentimenti per la serva ed è fisicamente incontenibile ma ciò che lo rende Furioso nel corso della storia è la gelosia che viene scatenata da una serie di equivoci, con evidenti effetti comici. Le coppie si mescolano tra loro, arrivando però alla fine alla naturale risoluzione di tutti i conflitti e i fraintendimenti.
Tutti gli interpreti rendono omaggio e onore alla Commedia dell’Arte, la comicità e il rapporto con il pubblico sono elementi ben riusciti, la fisicità è marcata e non mancano movimenti acrobatici ben eseguiti e con voluti effetti comici, che rimandano anche ad un mondo di clowneria circense.
Arlecchino è un personaggio sarcastico e fisicamente dinamico, tutti elementi che il suo interprete Marco Zoppello (anche regista dello spettacolo) incarna perfettamente in scena. Il tratto distintivo di Arlecchino è quindi la fisicità, mentre quello che contraddistingue Leandro e la sua controparte mascherata, il Capitan Buttafuoco, è sicuramente la voce con cui l’attore Michele Mori gioca tantissimo nel corso dello spettacolo.
La cosa più bella e commovente dello spettacolo è vedere il trasporto con cui i bambini presenti in sala seguono la vicenda, la passione con cui cercano di aiutare e consigliare i personaggi sul palco. Nonostante questo tipo di comicità abbia alle spalle una storia di secoli è interessante vedere come alcuni elementi di base non cambino poi così tanto, facendo ridere e appassionare i bambini ora come un tempo.
I bambini talvolta riescono ad essere il pubblico migliore perché per loro il Gioco, su cui si fonda ogni tipo di Teatro, è una questione molto seria e non ha ancora perso la sua sacralità e la sua importanza.
Beatrice Taranto
Canovaccio a cura di Giorgio Sangati, Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori, Marco Zoppello
Con interpreti e personaggi
Marco Zoppello (Arlecchino)
Sara Allevi (Romanella, servetta)
Anna De Franceschi (Isabella, innamorata)
Michele Mori (Leandro, poi in abito di Capitan Buttafuoco)
Musiche eseguite dal vivo alla fisarmonica da Pierdomenico Simone/ Veronica Casale
Regia Marco Zoppello
Scenografia Alberto Nonnato
Maschere Roberto Maria Macchi
Laboratori costumi Qucire di Barbare Odorizzi
Sartoria Antonia Munaretti
Luci Paolo Pollo Rodighiero
Stivalaccio Teatro / TSV – Teatro Nazionale