La follia di Ofelia – MaldiPalco

Il 21 ottobre Silvia Battaglio ha portato sul palco del Tangram Teatro Ofelia, uno spettacolo della rassegna MaldiPalco.
L’attrice si è misurata nuovamente con la sua prima creazione, parte di una serie di rappresentazioni che indagano dentro la letteratura e i personaggi femminili. Silvia si è legata a Ofelia quasi per caso durante gli anni di formazione accademica teatrale e si è portata dietro il personaggio shakespeariano fino al 2005, quando ha finalmente deciso di rappresentare la sua Ofelia in scena. Lo spettacolo ha debuttato nel 2006 nel cartellone del Teatro Stabile di Torino, per poi esser messo in scena con frequenza minore.

ofeliaSilvia Battaglio ci introduce all’interno del palco usando le parole d’amore di Amleto, parole tenere che sembrano dimostrare la veridicità dei suoi sentimenti nei confronti di Ofelia. A seguire l’attrice interpreta un dialogo tra Ofelia e Polonio, che consiglia alla figlia di stare attenta e di non fidarsi delle parole che sono capaci di ingannare. Anche Laerte la mette in guardia ma Ofelia è innamorata e non può fare a meno di lasciarsi trasportare dall’amore, fino a quando Amleto non le spezza il cuore e l’accusa di essere spregevole come tutte le donne, come lo è anche sua madre che ha sposato lo zio dopo la morte del padre. L’attrice riesce sul palco a impersonificare con grande bravura sia Ofelia che Amleto, usando metà del corpo per rappresentare una e metà per l’altro. Amleto con addosso un cappotto ha una voce sicura ed è deciso ad allontana la fanciulla, mentre Ofelia tiene un fiore in mano, trema e anche la sua voce è vibrante durante il dialogo.
Il rifiuto provoca in Ofelia sconforto e con l’assassinio del padre Polonio da parte di Amleto la giovane si abbandona alla follia più totale. Silvia Battaglio si concentra particolarmente nella resa di questa scena, usando un gancio posto nel mezzo del palco che le permette di muoversi ma al contempo la tiene bloccata sul posto. Ofelia si materializza in una danza sofferta e piano piano si lascia scivolare nella follia. Si convince di meritare il rifiuto e la perdita del padre e cade in una nevrosi ossessiva in cui ripete dialoghi tra sé, desiderosa di essere salvata e amata da Amleto. Ma nessuno corre in suo aiuto e lei si lascia annegare nel fiume. L’attrice per rappresentare la morte di Ofelia si sveste e consegna in una bacinella piena di petali rossi le vesti della giovane innamorata e folle.

“C’è un salice che cresce di traverso a un ruscello e specchia le sue foglie nella vitrea corrente; qui ella venne, il capo adorno di strane ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite e di quei lunghi fiori color porpora che i licenziosi poeti bucolici designano con più corrivo nome ma che le nostre ritrose fanciulle chiaman “dita di morto”; ella lassù, mentre si arrampicava per appendere l’erboree sue ghirlande ai rami penduli, un ramo, invidioso, s’è spezzato e gli erbosi trofei ed ella stessa sono caduti nel piangente fiume. Le sue vesti, gonfiandosi sull’acqua, l’han sostenuta per un poco a galla,nnel mentre ch’ella, come una sirena, cantava spunti d’antiche canzoni, come incosciente della sua sciagura o come una creatura d’altro regno e familiare con quell’elemento. Ma non per molto, perché le sue vesti appesantite dall’acqua assorbita, trascinaron la misera dal letto del suo canto a una fangosa morte.”
(Gertrude, Amleto)

Tutto lo spettacolo si svolge su un fondale nero e la scenografia, semplice ma d’effetto, è composta solo da una sedia posta al fondo del palco, la teca d’acqua con i petali rossi, il gancio e dei petali bianchi sparsi su tutta la scena. La musica e i suoni sono in stretto rapporto con la voce e i sospiri dell’attrice. Dopo dieci anni dalla creazione, Silvia Battaglio ci ha presentato un’Ofelia rinata, più affine all’attrice grazie al testo che ha attraversato qualche modifica dal 2006 ad oggi.

Andreea Hutanu

Di e con Silvia Battaglio
Liberamente tratto da Amleto di William Shakespeare
Suggestioni letterarie di Pier Paolo Pasolini, Mariangela Gualtieri, Albert Camus
Suggestioni musicali di Quintorigo, Opus Avantra, Peter Gabriel
Disegno luci e scene Lucio Diana
Produzione Tangram Teatro Torino
Con il sostegno di Regione Piemonte, Sistema Teatro Torino, Città di Torino

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