DIARI D’AMORE – NANNI MORETTI

Lo scorso 9 ottobre al Teatro Carignano Nanni Moretti ha debuttato all’età di 70 anni nel ruolo di regista teatrale inaugurando la stagione dello Stabile con i suoi Diari d’Amore.

Questa opera prima si presenta come un’intima rilettura di due testi di Natalia Ginzburg: Dialoghi e Fragola e Panna.

Nella prima parte della pièce abbiamo in scena solo due personaggi Francesco (Valerio Binasco) e Marta (Alessia Giuliani) due coniugi che nonostante l’ironia si mostrano vulnerabili nel raccontare le loro paure per il futuro.

Si parla di un tradimento, dell’odio per la loro casa malconcia, del figlio piccolo e di Michele che pare essere il protagonista della loro conversazione, pur non essendo in scena.

Quella che vediamo all’apertura del sipario potrebbe essere una mattinata come tutte le altre per questa coppia romana: i panni stesi alla pioggia da raccogliere, la maglia preferita che non si trova. Ma pian piano si dipana un senso di incomunicabilità e, come dice Binasco, “da quel giorno in poi la loro vita non potrà che peggiorare.”

Una casa odiata ma che è l’unica cosa che ricorda il senso di famiglia è l’ambientazione anche della seconda parte di Diari d’Amore: Fragola e Panna.

In scena ci sono Barbara (Arianna Pozzoli), Tosca la governante (Daria Deflorian) la signora della casa Flaminia (Alessia Giuliani), che da anni vive con l’avvocato Cesare (Valerio Binasco). Letizia infine è la sorella di Flaminia (Giorgia Senesi) che Moretti ci aveva fatto già fatto conoscere di recente nel suo film Il sol dell’avvenire.

Barbara cerca l’avvocato perché sta scappando di casa lasciando un figlio e un marito violento e Cesare aveva promesso lei protezione se mai lo avesse fatto, ma ad accoglierla troverà la loquace Tosca e Flaminia, compagna di Cesare (anche se insoddisfatta del loro rapporto da anni) che ridimensionerà le sue speranze rivelando un Cesare disattento ai bisogni delle persone attorno a lui e nelle parole proprio di Valerio Binasco “un narcisista predatore di anime senza saperlo”.

Letizia si assicura di rifugiare Barbara della suore, con un senso perbenista di maternità (“è venuta a me questa bella idea!”).

Nnel frattempo Flaminia si sentirà irrequieta, forse perché si ripecchia nella speranza di giovinezza di Barbara, forse perché vedendo lei andarsene  si sente ancora più rinchiusa in un rapporto che le sta stretto da anni. 

Dal canto suo Cesare chiude lo spettacolo apostrofando le donne che si interrogano sulle sorti della ragazza (sarà tornata dal marito, cercherà casa a Roma, tornerà qua, starà bene? “Se è morta è morta!”).

Quelle che Nanni Moretti porta in scena sono relazioni famigliari e quotidiane in un loro momento di svolta, lasciandoci solo immaginare un finale incerto. Mantiene leggerezza anche nei momenti più intensi, come siamo abituati a vedere proprio nei suoi film (di cui lo spettatore riconosce alcune citazioni: “Piangi? Perché piangi? È perché sono un grande artista?”) ma mantenendo una grande fedeltà ai testi di Natalia Ginzburg.

I dialoghi sono musicali, anche se tra personaggi grotteschi, e si può trovare del sollievo anche nei momenti più duri come nelle storia terribile di abusi che la giovane Barbara racconta.

Insolitamente non vediamo Moretti in scena, essendosi affidato a Binasco per le parti maschili – e si può certamente vedere il contributo che l’attore ha dato nella messa a punto della sua parte: Cesare e Francesco sono sicuramente personaggio più binaschiani che morettiani ed è evidente come Moretti abbia lasciato spazio all’attore per una lettura più personale.

Le due storie hanno una somiglianza con i dialoghi e le interazioni dei primi film di Moretti, andando in direzione opposta rispetto alla sua cinematografia degli ultimi anni che appare più di sperimentazione e meno legata alla sceneggiatura degli esordi.

Un debutto in teatro che quindi appare in linea con quello sul grande schermo e che forse proprio perché rappresenta un primo passo più misurato di quanto non si potesse immaginare è probabilmente un primo passo nella direzione giusta.

Due commedie di Natalia Ginzburg
con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi
Regia Nanni Moretti
Scene Sergio Tramonti
Luci Pasquale Mari
Costumi Silvia Segoloni
Assistente alla Regia Martina Badiluzzi

Chiara Papera Ungaretti

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