TOCCAMI – CASAMAQROLL

Anche quest’anno la Casa del Teatro ha ospitato il Festival Incanti : una rassegna di compagnie emergenti che usano principalmente il teatro di figura per esprimersi.

Da anni, la Compagnia Controluce Teatro D’Ombra promotrice del Festival Incanti investe in nascenti artisti, attraverso il Progetto Cantiere.

Attraverso questa azione le giovani compagnie, accompagnandole nella realizzazione di alcuni spettacoli, sostenendole durante tutto il processo creativo fino alla loro distribuzione in ambito nazionale e internazionale.

Tra le giovani promesse troviamo Eleonora Longobardi la quale con Toccami ci invita a sederci accanto a lei per accompagnarci di un’esperienza immersiva alla scoperta del piacere.

L’attrice racconta l’empowerment femminile attraverso i suoi occhi, facendo riferimento alla sua vita personale: racconta il viaggio del piacere a partire dalla sua infanzia, attraversando poi  le diverse “fasi” adolescenziali che ogni donna nella vita si trova costretta ad affrontare: le mestruazioni, la “prima volta”, la scoperta del proprio corpo, la solidarietà femminile e il giudizio da parte della società.

Grazie allo spazio circolare e alla scenografia l’attrice coinvolge il pubblico rendendolo parte attiva del lavoro scenico.

Tra gli spettatori si nota l’approccio diverso che ognuno dimostra nei confronti di ciò che sta guardando: si nota l’imbarazzo dei più giovani e degli uomini presenti in sala, che entrano in contrasto con l’estroversa e sfacciata Longobardi.

L’attrice infatti, con fierezza,  vuole rivendicare il diritto del piacere della donna e lo fa anche in modo concreto ed esplicito, basti pensare al pupazzo rappresentante la clitoride che passa spensierata tra i presenti.

Sarebbe forse necessario tenere conto anche del range d’età presente in sala: una buona parte era formata da persone anziane che, molto probabilmente, non hanno mai avuto modo di affrontare argomenti così “spinosi” quale il piacere femminile.

Mi chiedo invece se per le giovani donne uno spettacolo del genere non risulti quasi una banalizzazione dei temi affrontati.

Lo sdoganamento del piacere della donna può arrivare solo dopo l’abbattimento di stereotipi che sono fin troppo radicati nel nostro quotidiano. 

Molto spesso le donne hanno ricevuto un’educazione che ha considerato il sesso per gli uomini libero e piacevole mentre per le donne moralmente ricco di divieti.

Il problema della società italiana è che l’educazione sessuale è ancora molto influenzata dalla morale religiosa.

Anche la masturbazione è sì un argomento ormai non più tabù ma di cui spesso si preferisce non parlare.

Casa Maqroll con questa esibizione ci vuole far capire che i tabù sono mutabili dal momento che sono legati ai modelli culturali che sono in continua, anche se lenta, evoluzione.

L’unico strumento per vivere pienamente la propria sessualità e in maniera consapevole, in modo libero e spensierato è fare educazione sia sentimentale sia sessuale.

Sofia De March

Casa Maqroll con Eleonora Longobardi

Interventi sonori: Aldo Scarpitta

Scenografia: Maria Vittoria Rossi

Costruzione pupazzi: Eleonora Longobardi e Maria Vittoria Rossi

Un commento su “TOCCAMI – CASAMAQROLL”

  1. Avendo assistito allo spettacolo, non ho capito molto bene alcune delle cose scritte nella recensione, che non rispecchiano l’esperienza che ho avuto io.

    C’è una grande generalizzazione sugli stati d’animo del pubblico, diviso per fasce, partendo dall’imbarazzo di giovani e uomini, passando per la fascia anziana per cui, sembra, questi siano argomenti troppo spinosi, finendo con le giovani donne che avrebbero trovato l’opera banale.
    Queste a me sembrano opinioni personali, non fatti.

    Partendo dal presupposto, poi, che l’ambito è quello teatrale e culturale, dove solitamente il pubblico presente è di vedute più aperte della media, le persone hanno scelto di essere lì presenti, ad uno spettacolo intitolato TOCCAMI, che dichiara apertamente i temi che andrà a trattare, e quindi non ci dovrebbero essere sorprese da quel punto di vista.

    Questa musica sudamericana, poi, non era presente all’interno dello spettacolo, dove c’erano solo suoni prodotti, durante l’esibizione, tramite le ciotole d’acqua utilizzate.
    Credo, anche, che vada dato più credito alla ricerca e alla cura tecnica dello spettacolo, presenti in maniera tutt’altro che banale, capaci di mantenere alta l’attenzione del pubblico (perlomeno la mia) in maniera ottimale.

    Sono un po’ sorpreso da questa recensione, perché l’esperienza che ho vissuto io è stata molto diversa, e mi dispiacerebbe se alcuni si facessero l’idea sbagliata, perché credo sia uno spettacolo che meriti d’essere visto.

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