SCONFINAMENTI (che Interplay abbia inizio)

Dal 23 maggio al 10 giugno 2023 Interplay Festival di Mosaico Danza animerà il capoluogo piemontese, con venticinque spettacoli (di cui sette prime nazionali) in programma, presso teatri e spazi multidisciplinari. Si susseguiranno compagnie italiane, realtà ampiamente affermate e giovani proposte, insieme a compagnie di stampo internazionale. A fianco della programmazione, Interplay anche quest’anno proporrà una significativa sezione di eventi performativi outdoor e/o site specific al fine di intercettare nuovo pubblico e incrementare l’offerta culturale rivolta ai cittadini, pure nei luoghi periferici della città.

Questa edizione ha individuato alcune macroaree tematiche in grado di sintetizzare la ricerca artistica e le direzioni drammaturgiche delle compagnie selezionate. Il topic su cui si è concentrata l’apertura del Festival porta il titolo di “sconfinamenti”, per una serata con due assoli maschili, seguiti da un talk, in collaborazione con il Salone del Libro OFF, con la critica torinese Elisa Guzzo Vaccarino in occasione dell’uscita del suo ultimo libro Confini, Conflitti, Rotte. Geopolitica della Danza.

Casa del Teatro, ph: Andrea Macchia

In un clima estivo e frizzante, l’opening ha avuto luogo presso la Casa del Teatro, con Tanzanweinsungen (It won’t be like this forever) del coreografo tedesco Moritz Ostruschnjak un assolo di trenta minuti ricco di riferimenti autoriflessivi e ironici che sfidano qualsiasi definizione preconfezionata. Costretto su di un palco-box rialzato rispetto all’intero stage, il performer Daniel Conant esegue in abiti sportivi una serie di passi ritmati e saltati che richiedono una notevole prestanza fisica. Chiari sono i riferimenti alle varie discipline coreiche (si passa da un gran jetè del balletto classico ad alcuni movimenti di break) che sono proposte come un esercizio fisico da portare a termine.

Casa del Teatro, It won’t be like this forever, ph: Andrea Macchia

Il coreografo anche con questa performance rimane fedele al suo stile poliedrico, tipico delle sue ultime produzioni. Il basso continuo di questo progetto coreografico coincide con il suono prodotto dai salti, dal battere delle mani, da un ritmo creato costantemente dal corpo in movimento; mentre l’atmosfera si fa più poetica e sensibile quando la musica fa la sua entrata. Pose di resistenza, combattimento e vittoria, mascolinità stilizzata, cultura giovanile, balletto classico, ballo liscio e sport si trovano in rapida successione per creare un’assurda, sovrapposta e ironica sequenza di elementi eterogenei.

Casa del Teatro, It won’t be like this forever, ph: Andrea Macchia

La serata ha trovato il suo proseguimento all’aria aperta, presso l’arena della Casa del Teatro, per Metamorphosis-Blatta di e con Carlo Massari. Si tratta di un nuovo e delicato progetto sul sottile confine tra uomo e bestia; un’indagine sulle trasformazioni, sul cambiamento, nonché sull’alterazione fisica e spirituale dell’essere. Partendo dal concetto di uomo come animale pensante e dotato di una coscienza individuale, lo si va a scoprire per metterlo in relazione con i suoi istinti più veri, le paure che lo rendono impotente, nonché la sua faccia più animalesca, che mostra la pura verità del corpo.

Casa del teatro, Metamporphosis, ph: Andrea Macchia

Anche per questa performance si è assistito a varie sequenze di movimenti ripetitivi, in cui il corpo si fa metafora e materia del trattamento poco curato verso l’essere animale e della sua carne: non curante delle gambe nude il giovane coreografo si rotola e butta più e più volte sul pavimento in cemento. Alcuni versi di animali e un dialogo in diffusione sul consumo della carne in Italia, rendono inequivocabile il focus e il tema attorno al quale orbita il progetto dalla durata di venticinque minuti.

Casa del Teatro, Metamorphosis, ph: Andrea Macchia

In un’era dell’apparenza ci possiamo riscoprire fragili animali, proprietari di un involucro esterno da riempire, plasmare o esibire e questa serata di Interplay ci offre due possibili sguardi, entrambi in grado di condurci verso una riflessione profonda: accanto all’ironia vi è la possibilità di caricare il corpo di significati alquanto profondi.

It won’t be like this forever

di Moritz Ostruschnjak
con Daniel Conant e Moritz Ostruschnjak
assistente alla coreografia Daniela Bendini
assistente alla drammaturgia Carmen Kovac
Luci: Benedikt Zehm
costumi Daniela Bendini, Moritz Ostruschnjak
produzione Moritz Ostruschnjak
con il supporto di network Grand Luxe 2019/2020
Membro di Tanztendenz München e. V.

performance selezionata alla Tanz Plattform Berlin 2022 e Aerowaves Twenty21

durata 30′

Metamorphosis

creazione originale ed interpretazione Carlo Massari
training e consulenza vocale Chiara Osella
collaborazione tecnica Francesco Massari
foto Guido Mencari
produzione C&C Company
in coproduzione con Oriente Occidente Dance Festival, Compagnia Teatro Akropolis, Margine Operativo, Triangolo Scaleno Teatro
con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e MIC

Performance presentata al festival Oriente Occidente 2022

durata 25′

Federica Siani

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