I temi ricorrenti nella produzione di Federico García Lorca sono l’amore, il desiderio e le ossessioni; essi sono presenti anche nel suo dramma teatrale Nozze di sangue, ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto in Andalusia nel 1928. Lluís Pasqual, considerato uno dei massimi esperti di Lorca, propone questo testo dal 30 gennaio all’11 febbraio al Teatro Carignano. Il regista dà modo di far vivere usi e costumi dell’epoca e le emozioni di un amore materno profondo.
La scenografia, di Marta Crisolini Malatesta, presenta un portone di legno con delle sedie. L’ambientazione, per quanto “povera”, permette di far comprendere immediatamente la collocazione in un paesino di campagna non troppo ricco; in essa i costumi si mescolano e fortificano la realtà al centro della messa in scena.
La musica dal vivo, eseguita sia dagli strumentisti sul palcoscenico sia dai vari personaggi, ampliano l’atmosfera spagnola e sono in grado di non distaccare il pubblico dalla narrazione e si incorporano al suo interno senza bloccare alcun tipo di patto di vero-somiglianza. Le danze sono coinvolgenti, non producono distacco, e riescono a dilatare quel senso di tragico che viene presentato dall’inizio alla fine.
I personaggi sul palco sono tutte figure anonime, ne sappiamo i ruoli ma non viene rivelata nessun altro tipo di relazione; il loro scopo è quello di “collaborare” con la protagonista e darci qualche informazione in più riguardo la vicenda. L’attrice Lina Sastri, predominante sulla scena, interpreta il ruolo della madre e della futura moglie del figlio: la scelta registica di utilizzare la medesima figura permette di vedere due forme di amore diverso. Le doti attoriali della Sastri puntano sulla gestualità e sulla mimica facciale: sono molto enfatizzate le sue movenze come la sua voce durante la recitazione della madre, quasi a voler dimostrare un pathos; per quanto riguarda il ruolo della sposa l’attrice ricorre ad una recitazione più “composta”. La Sastri domina entrambe le figure e riesce a restituircele scisse con un solo corpo .
Il regista, insieme ad un ottimo e numeroso cast, è riuscito a lavorare con giusta padronanza sui temi principali di Lorca e ad inserire lo spettatore all’interno di un climax che raggiunge l’apice solo verso la fine. In conclusione di spettacolo, il monologo della Sastri ci dichiara un amore ormai perso da entrambe le figure interpretate, e sottolinea come una tale perdita influisca sulla repressione di un odio madre-vedova.
Chiara Jadore Cacciari
Adattamento e regia: Lluís Pasqual
Interpreti: Lina Sastri, Roberta Amato, Giovanni Arezzo, Ludovico Caldarera, Alessandra Costanzo, Elvio La Pira, Gaia Lo Vecchio, Giacinto Palmarini, Floriana Patti, Alessandro Pizzuto, Sonny Rizzo
Riccardo Rubì (chitarra), Carmine Nobile (chitarra), Gabriele Gagliarini (percussioni)
Coreografia: Nuria Castejon
Scene: Marta Crisolini Malatesta
Costumi: Franca Squarciapino
Light designer: Pascal Merat
Maestro di canto: Salvo Disca
Aiuto regia: Lucia Rocco
Assistente alle scene: Francesca Tunno
Assistente ai costumi: Anna Verde
Collaborazione: Giovanni Soresi e Gianni Garrera