LA NUOVA ABITUDINE – SOCìETAS

Rinunciare al dominio mentale dell’ordine moderno delle cose per coltivare nuove abitudini radicate nei costumi degli antichi.

L’inaugurazione del 26esimo Festival delle Colline Torinesi, il 14 ottobre, è stata affidata a Claudia Castellucci, co-fondatrice di Socìetas e Leone d’argento alla Biennale Danza di Venezia 2020.

Con La Nuova Abitudine, prima nazionale, è la quarta volta al Festival, dopo Homo Turbae nel 2009, Neanderthal nel 2012 e Perché sei qui? del ciclo Il Regno Profondo nel 2019.

Claudia Castellucci veste perfettamente il tema <<Confini/Sconfinamenti>> dell’edizione 2021 del FCT, sia in senso geografico (i canti Znamenny provenienti dalla Russia) che artistico, per cui lo sconfinamento coincide con la contaminazione di linguaggi.

PH. Andrea Macchia

Si tratta di un lavoro nato dalla passione dell’artista verso la cultura russa, da sempre attratta dai balletti russi di repertorio per il loro rapporto selvaggio e primitivo con musica e ritmo.

Come ha accennato Claudia Castellucci nell’incontro Intorno al Festival, organizzato al Salone Internazionale del libro di Torino, casualmente si è imbattuta nel canto liturgico Znamenny, un canto poco conosciuto persino dagli stessi russi.

Rimanendone affascinata ha deciso di approfondire le ricerche avviando una collaborazione con MusicAeterna che l’ha successivamente invitata nella sua residenza artistica Dom Radio per realizzare la sua idea.

Per un mese, gli artisti del coro musicAeterna, i ballerini della compagnia Mòra e i partecipanti del laboratorio teatrale sono stati immersi nel canto liturgico russo antico, materiale il più lontano possibile dalla danza contemporanea.

PH. Andrea Macchia

Non è la prima volta che Claudia Castellucci ha l’intuizione di creare un movimento silenzioso affidandosi solo alla musica come fonte di ritmo da seguire, basta ricordare la sua Fisica dell’aspra comunione per ritrovare elementi presenti anche in questa composizione.

Una tecnica di danza intuitiva, che guarda al modello della danza accademica e le permette una forma di liberazione nei confronti di un tempo condizionato e convenzionale, con una conoscenza corporale primitiva.

I 6 ballerini si muovono con grazia, appaiono come marionette imperturbabili guidate e sottomesse ai cantori, la loro è una preghiera recitata con il corpo.

PH. Andrea Macchia

Per Claudia Castellucci <<la danza è un’arte che come le altre ha una parte legata alla finzione, ma c’è una parte rilevante legata alla realtà propria del movimento. Quello che si fa danzando è qualcosa di reale.>>

La ristretta gamma di colori scelta, nero bianco grigio, la quasi assenza di scenografia, la privazione di ogni tipo di espressione ci servono per entrare in uno spazio-tempo che ricorre nelle sue produzioni: intimo e austero.

Un’ambientazione che senza dubbio rimanda al chiostro di un monastero (non uno qualunque, Claudia Castellucci si rivolge ad una tradizione canora locale unica del monastero di Valaam) dove le lunghe tende grigie, unico elemento scenografico presente, diventano pensanti muri che circoscrivono l’ambiente.

PH. Andrea Macchia

La ponderosità delle tende scompare nel momento in cui vengono retroilluminate da due fari di luce calda, tanto dal renderle trasparenti e passare dall’essere elementi di occlusione a porte verso altri ambienti.

È l’alba di un nuovo giorno?

Non ci è dato saperlo, di sicuro però qualcosa di nuovo si sente: se i cantori prima non venivano accompagnati da nessuno strumento ora subentra il sonaglio, che scandisce quella che ha tutti i tratti d’essere una processione.

Il coro insieme ai ballerini sembrano pronti per sconfinare verso altri paesi, così proprio come all’inizio dello spettacolo in cui immediatamente ci è stata resa l’idea di lungo viaggio, trasportati dal vento Buran e noi spettatori ci ritroviamo a guardarci intorno in cerca della meta.

Noemi Verrone


Credits

Coreografia: Claudia Castellucci
Danzatori: Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, Guillermo De Cabanyes, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann
Cantori del Coro di musicAeterna: Ivan Gorin, Kirill Nifontov, Aleksei Svetov, Artem Volkov
Musica: Repertorio storico dei Canti Znamenny, San Pietroburgo
Fastigio musicale della fine: Stefano Bartolini
Assistenza Coreutica: Sissj Bassani
Abiti: Iveta Vecmane
Scenario e Luci: Eugenio Resta
Addetta alla Produzione, Organizzazione e Distribuzione: Camilla Rizzi
Direzione della Produzione: Benedetta Briglia
Tecnica: Raffaele Biasco
Tecnica in sede: Carmen Castellucci, Francesca DiSerio, Rocìo Espana, Gionni Gardini
Amministrazione: Michela Medri
Assistenza amministrativa: Simona Barducci, Elisa Bruno
Produzione: Societas
In co-produzione con: musicAeterna, San Pietroburgo; TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi

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