PRIMO AMORE – LA STAGIONE 2021-2022 DEL TEATRO STABILE DI TORINO

7 Luglio, Piazza Carignano è assolata. Stamattina il Teatro Stabile di Torino, all’interno del Carignano presenterà la nuova stagione per l’anno 2021-2022. Non posso nascondere una certa ansia: temo che sarà una stagione sottotono, alla buona, un rattoppo per i danni inferti dalla pandemia al mondo della cultura.

Ad accoglierci in sala troviamo Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Teatro Stabile di Torino, Filippo Fonsatti, il direttore, e il direttore artistico, l’attore e regista Valerio Binasco, accanto a loro, delle poltrone vuote che saranno di volta in volta occupate da attori, registi, politici o delegati di enti che hanno sostenuto il Teatro Stabile, interverranno infatti rappresentanti del comune di Torino e di Moncalieri, rappresentanti della fondazione CRT e Fondazione Compagnia di Sampaolo.

L’aria è intima, i posti occupati sono pochi e il Carignano sembra quasi un piccolo salotto, sarebbe quasi commovente questa atmosfera cameristica, se non fosse proprio la spia di tempi tragici.

Tra sorrisi saluti e convenevoli, in attesa che tutti prendano posto, do una sbirciata al contenuto della cartella stampa: salta all’occhio la brochure. “Primo amore”, così si intitola la stagione, un amore originario, primordiale, quello per il teatro. Alla genesi, a qualcosa di originario, fa riferimento anche l’immagine di copertina, una fotografia dell’inconfondibile artista olandese Gemmy Woud-Binnendijk che, da anni reinterpreta attraverso una fotografia decisamente pittorica opere del Rnascimento, in questo caso un ragazzo o una ragazza vestono (anzi, svestono!) i panni dei progenitori, Adamo ed Eva simboli della condizione umana, fragile precaria che il teatro indaga in tutte le sue contraddizioni.

Devo ammettere (tirando un respiro di sollievo, pieno di meraviglia) che non è una stagione povera. Intanto, è ammirevole la scelta di programmare un’intera stagione e non presentare i titoli a singhiozzo come ci si aspetterebbe nella nostra situazione precaria. Numeri alla mano: il Teatro Stabile offrirà 7 nuove produzioni esecutive; 5 coproduzioni; 4 riprese e 32 titoli ospiti, per un totale di 619 alzate di sipario in sede e in tournée.

Ad aprire le danze sarà Filippo Dini, che firma la regia di Casa di bambola, che debutterà in prima Nazionale e sarà in scena al Carignano dal 4 al 31 ottobre 2021. La poetica di Dini, affine a quella del direttore artistico s’inserisce nel solco tracciato da Valerio Binasco: la rilettura dei classici attraverso gli occhi della contemporaneità, in un felice equilibrio tra passato e presente.

Proprio Binasco quest’anno firma Sogno di una notte di estate al Carignano, una nuova produzione in scena dal 14 dicembre al 16 Gennaio.

L’altro grande titolo shakespeariano, La tempesta, porta la prestigiosa firma di Alessandro Serra, premio Ubu come “migliore Spettacolo dell’anno” nel 2017 con Macbettu. Il suo, uno degli spettacoli più attesi della stagione, andrà in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri dal 15 marzo al 3 aprile 2022. Binasco scherza con il regista, presente in sala, chiedendogli se il grande successo ha cambiato il suo modo di fare teatro. Ma la strada di Serra sembra essere quella di sempre: un teatro povero, un gioco da bambini in una cantina, praticato molto seriamente.

Nel 2022 ricorre il 400° anniversario della nascita di Molière, per l’occasione avremo una regia de Il misantropo, firmata da Leonardo Lidi. Il regista alla conferenza ha affermato di voler affrontare questo testo a partire da un’esigenza strettamente personale: la paura di riavvicinare l’altro dopo un anno di pandemia in cui la distanza ci è stata imposta. Lo spettacolo debutterà in prima nazionale al Carignano

Di Lidi abbiamo anche la ripresa de La casa di Bernarda Alba al Teatro Gobetti, dal 14 al 30 settembre.

Di Molière avremo anche Tartufo firmato Roberto Valerio, Teatro Gobetti dal 26 ottobre al 7 novembre. L’anniversario vedrà diverse collaborazioni del Teatro Stabile con l’Università di Torino.

Binasco firmerà poi a fine stagione due tragedie euripidee, Ifigenia e Oreste, alle Fonderie Limone di Moncalieri, dal 24 maggio al 12 giugno 2022.

Tra le riprese quest’anno avremo la sua regia de Le sedie, il capolavoro del teatro dell’assurdo di Eugéne Ionesco e The spank, la cui regia è invece di Filippo Dini, da un testo di Hanif Kureishi.

Entrambi i lavori saranno presentati in tournée. Per i più piccoli il TST riporterà in scena anche Il mago di Oz diretto da Silvio Peroni.

Filippo Dini sarà impegnato pure in Ghiaccio, piéce della britannica Bryony Lavery, thriller psicologico che affronta il perturbante tema della pedofilia.

Davvero degno di nota è il respiro internazionale impresso al cartellone 2021-2022. Dopo il successo di Zio Vanja, torna la giovane Kriszta Székely,  nell’autunno 2022 presenterà la sua potente versione de Il cerchio di gesso del Caucaso di Brecht; con Shakespeare si confronta invece Tiago Rodrigues del Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona, sua sarà la regia di Antonio e Cleopatra; dal parigino Odeon avremo Come tu mi vuoi, il testo pirandelliano sarà affidato alla regia di Stéphane Braunschweig.

Sul piano dell’internalizzazione non possiamo non menzionare, inoltre, Torinodanza Festival, organizzato dal TST, una finestra che da anni porta a Torino il meglio della danza mondiale. Ricordiamo inoltre che nel mese di ottobre lo Stabile ospiterà l’Assemblea Generale del network mitos21, di cui fa parte, che riunisce il gotha dei teatri europei.

Tornando agli spettacoli, per le coproduzioni avremo Il filo di mezzogiorno di Goliarda Sapienza, adattato da Ippolita di Majo con la regia di Mario Martone. Si tratta di un testo in cui la grande scrittrice siciliana ripercorre gli anni di analisi freudiana, da lei affrontati. Lo spettacolo si terrà in aprile al Carignano ed è stato coprodotto con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania, Teatro di Roma – Teatro Nazionale.

Peachum. Un’opera da tre soldi, scritto e diretto da Fausto Paravidino, è una riscrittura del capolavoro brechtiano che vede tra gli altri la partecipazione di Rocco Papaleo lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Stabile di Bolzano, andrà in scena in novembre al Carignano.

Poi abbiamo una chicca: un rispolvero di lavoro di Orson Wells, Moby Dick alla prova Allestito nel ’55 a New York, poi divenuto un film incompiuto. Lo spettacolo sarà messo in scena da Elio De Capitani a febbraio al Carignano coprodotto con il Teatro dell’Elfo.

 A celebrare i 700 anni dalla morte di Dante sarà Matthias Martelli, reduce dal recente successo di Mistero Buffo, torna con Dante fra le fiamme e le stelle lavoro diretto da Emiliano Bronzino e con la consulenza storica del professor Alessandro Barbero. Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con Casa Teatro Ragazzi e Giovani Onlus. Debutterà in prima nazionale al Teatro Gobetti dal 7 al 24 ottobre 2021 e sarà presentato in anteprima al Teatro Carignano, mercoledì 6 ottobre, in occasione dell’inaugurazione di Biennale Democrazia 2021.

Per finire abbiamo una drammaturgia contemporanea del giovane Emanuele Aldrovandi, autore e regista, che con coraggio indaga il nostro presente pandemico con L’estinzione della razza umana. Lo spettacolo è coprodotto con l’Associazione Teatrale Autori Vivi in collaborazione con La Corte Ospitale, Centro di Residenza Emilia-Romagna. Lo vedremo al Gobetti dal 17 al 29 maggio 2022.

Per concludere facciamo adesso una veloce carrellata dei protagonisti degli spettacoli ospiti, che vi invitiamo a scoprire sul sito del Teatro Stabile. Grandi interpreti: Umberto Orsini, Giulia Lazzarini, Anna Maria Guarnieri, Renato Carpentieri, Ottavia Piccolo, Franco Branciaroli, Isa Danieli, Milvia Marigliano, Natalino Balasso; i registi Antonio Latella, Carlo Cecchi, Roberto Andò, Gabriele Lavia, Alessandro Gassmann, Pier Luigi Pizzi, Arturo Cirillo, Lisa Ferlazzo Natoli, Geppy Gleijeses, Serena Sinigaglia; tre esponenti del teatro postdrammatico: Emma Dante, Rezza e Mastrella e due del teatro di narrazione come Ascanio Celestini e Lella Costa; le attrici e gli attori che si dividono tra palcoscenico e cinema: Paolo Pierobon e Donatella Finocchiaro, Sonia Bergamasco e Vinicio Marchioni, Deniz Özdoğan, Isabella Ragonese e Giuseppe Cederna, Francesco Di Leva ed Enrico Ianniello, Stefania Rocca e Massimiliano Gallo. Significativa è pure la presenza dei talenti torinesi: Michele Di Mauro e Jurij Ferrini, Olivia Manescalchi e Beppe Rosso, Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa.

Insomma il teatro sembra ripartire intenso e travolgente. Un amore che è sempre forte come il primo amore, quello che ogni volta si replica in sala tra attore e spettatore. Come dice Valerio Binasco: “La mia idea di teatro, se ce l’avessi, sarebbe una poesia di Muhammad Ali, forse la poesia più breve della storia: Me – We.

Giuseppe Rabita

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