MANFRED – MADALENA REVERSA & CARMELO BENE A CONFRONTO

UN TESTO, DUE INTERPRETAZIONI

Il Festival delle Colline Torinesi ci offre una diversa interpretazione del testo con il quale anche Carmelo Bene si è confrontato.

Nelle due serate del 28 e 29 ottobre 2022, presso la sede della Fondazione Merz, la compagnia Madalena Reversa ha messo in scena una rielaborazione complessa della rappresentazione del Manfred.

Pochi giorni prima, il 24 ottobre 2022 presso la sede della Cineteca RAI, è stato possibile vedere il lavoro di Carmelo Bene, parte della ricca programmazione di proiezioni conservate nell’archivio della sede RAI.

Questa iniziativa ha dato l’opportunità agli appassionati di assistere, prima, alla recitazione di un attore che non è più possibile vedere a teatro, e successivamente, alla visione di uno spettacolo facente parte del Festival. Due diverse concezioni della medesima opera teatrale.

Manfred, Carmelo Bene

Il testo del Manfred di Lord Byron, recitato da Carmelo Bene in versione italiana, è stato ripreso dagli attori Maria Alterno e Richard Pareschi della compagnia Madalena Reversa, che hanno scelto di recitare il testo nella sua versione originale, in lingua inglese, adattandolo ad una diversa atmosfera.

L’opera avrebbe dovuto essere “impossibile da rappresentare” secondo l’autore stesso, eppure, eccone due grandi interpretazioni.

La luce e il suono sono determinanti sulla scena in entrambe le interpretazioni: dalle musiche di Schumann e dai tagli di luce sul viso in primo e primissimo piano dell’attore nel lavoro di Bene si passa ad un’intensa coltre di fumo, che avvolge gli spettatori come una fitta nebbia.

Manfred, Madalena Reversa

Una luce arancione colora le nuvole di fumo che travolgono la sala. Una forte musica sembra emergere dalla nebbia e con essa l’intensità dei colori varia. I momenti di luce intensa, diffusa, intermittente e di potenza sonora si alternano all’affievolirsi dei toni, sia nel colore che nel volume delle musiche di Schumann, usate anche dallo stesso Bene nel suo Manfred.

Lo spettatore viene quasi sopraffatto dalle percezioni uditive e visive. Il fumo dai toni di rosso e arancio sembra quasi richiamare l’atmosfera di distruzione di un paesaggio sopravvissuto alle fiamme. Le sagome degli attori emergono dalla fitta nube, a volte più, altre meno visibili.

Oltre alla luce e il suono, le parole stesse del testo sono in qualche modo protagoniste sulla scena: vengono pronunciate con decisione e talvolta cantate, mentre due schermi rettangolari ai lati del palcoscenico ci mostrano la traduzione in italiano. Il carattere e la spaziatura delle parole rimanda alle lettere incise nel marmo, quasi come a ricordare due lapidi nascoste quasi dal fumo. Il testo, in verde o in bianco, traspare dalla nebbia e appare quasi sospeso a mezz’aria, come in una strana magia.

Gli attori compaiono sul palcoscenico e le loro sagome si intravedono appena. La loro presenza scenica è come offuscata e messa in secondo piano dalle parole stesse del testo, che spiccano e rivendicano un ruolo predominante sulla scena.

Lo spettatore stesso si ritrova quasi “costretto” in una molteplicità di stimoli sensoriali, che lo porta ad essere profondamente coinvolto e assieme distaccato dalla presenza scenica degli attori sul palcoscenico.

Sembra essere proprio questo l’obbiettivo della compagnia: portare lo spettatore ad essere quasi costretto a diventare il protagonista. Ognuno diventa Manfred.

Come?

Leggendone le parole tormentate, per mezzo della propria voce interiore, lo spettatore finisce per essere sopraffatto dalla condizione di “scomodità” della visione, che porta a concentrarsi maggiormente sul testo che scorre sugli schermi.

La performance risulta essere molto coinvolgente sia dal punto di vista fisico che a livello percettivo.

La rielaborazione della compagnia Madalena Reversa è ricca di aspetti semplici, come la scenografia minimalista, ma allo stesso tempo di complessità: dietro ad ogni suono, ogni fascio di luce, c’è uno studio.

Una profonda ricerca che culmina in un’operazione teatrale che punta a ottenere un risultato il più vicino possibile all’idea e la volontà di Lord Byron.

Irene Turchetto

Ideazione Maria Alterno e Richard Pareschi  
testo George G. Byron 
musica Robert Schumann, Op. 115  
musiche originali Donato Di Trapani  
live electronics Donato Di Trapani/Angelo Sicurella 
sound design  Angelo Sicurella 
voce Maria Alterno 
disegno luci Andrea Sanson 
direzione tecnica e fonica Francesco Vitaliti 
grafica Federico Lupo 
organizzazione Giulia Monte            
prproduzione dalena Reversa con Motus 

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