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Un walkman come diario – MaldiPalco

Siamo ancora all’interno della rassegna teatrale MaldiPalco se parliamo dello spettacolo di Ksnenija Martìnovic : DIARIO DI UNA CASALINGA SERBA , andata in scena domenica 16 ottobre presso il Tangram Teatro La Martinovic è la seconda artista selezionata all’interno delle giovani proposte del panorama italiano.

Una ragazza,

Udine, 15/11/2015 - Teatro San Giorgio - Diario di una casalinga serba - Progetto StartART - testo liberamente tratto dal romanzo Diario di una casalinga serba di Mirjana Bobic Mojsilovic - regia Fiona Sansone - interpreti Ksenija Martinovic - musiche Idoli - produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG per startART - si ringrazia Centrale Preneste Teatro/Ruotalibera Teatro - Foto Luca A. d'Agostino/Phocus Agency © 2015

Andjelka, ripercorre la sua breve vita vissuta fino a quel giorno, breve ma estremamente piena. Da bambina vissuta nella  Yugoslavia di Tito, una bambina felice del suo paese col fazzoletto rosso legato al collo come una scout, che ripete al suo walkman chi ama: prima di tutti Tito, poi la sua famiglia.
Gli anni passano e lei è una ragazzina ormai nella bellezza del benessere economico: Trieste, la pizza, i vestiti belli, il primo amore. Non c’è piu Tito e nemmeno la Yugoslavia. Ora al suo walkman dice che c’è un altro amore, un altro ideale da seguire. Andjelka ha voglia di scoprire,  si chiede il perchè di tante cose, ma sia la sua famiglia che l’uomo che ama hanno osato picchiarla. Lei cambia, si chiude in se stessa e nelle scatole che dominano il palco, non indossa più le scarpe col tacco. Non si fa più domande, ora è lei a dover rispondere, ma la sua voce trema e non sa bene che cosa sccadrà a lei e alla sua amata terra.
La bambina inizialmente felice, che si presenta e che usa la scatola per nascondersi e giocare con la propria voce, ora è diventata una donna che non sa cosa aspettarsi dal paese che tanto ama. Lei è ancora serba, lo ripete chiaro al suo walkman, scatola di tutti i segreti, delle gioie e delle tristezze e dei punti focali della sua vita, una scatola di cui ha bisogno e che vuole riscoltare.

Un vero viaggio nel tempo grazie ad Andjelka, che ci parla nella sua lingua e nella nostra, che ci racconta con parole semplici e in poco più di mezz’ora la sua storia, la storia di molte ragazze vissute nella Serbia degli anni Sessanta-Novanta.
Uno spettacolo brillante, coinvolgente, emozionante.

Nata a Belgrado nel 1989 ma italiana per formazione teatrale,  diplomata presso la Civica Accademia D’arte Drammatica Nico Pepe, Ksenija Martinovic ha chiuso, domenica 16 ottobre alle 18.15, il primo fine settimana di Maldipalco: bilingue dalla nascita, la Martinovic ha presentato sul palco di 644_8593_iconavia don Orione Diario di una casalinga serba, lo spettacolo prodotto dal CSS Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con cui nel 2014 ha vinto la sezione monologhi del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro. Ha partecipato a In scena! Italian Theatre Festival a New York.

Elisa Mina

Diario di una casalinga serba
Liberamente tratto dal romanzo di Mirjana Bobic Mojsilovic
regia Fiorana Sansone
Musiche Idoli
con Ksenija Martìnovic

Vie di vita – MaldiPalco

Il Tangram Teatro Torino sta ospitando dal 14 al 23 ottobre una rassegna teatrale dal titolo MaldiPalco2016 che coinvolge attori di fama nazionale, riconosciuti e premiati dalla critica, e giovanissimi professionisti al fine di creare un confronto stimolante e proficuo fra generazioni diverse. Quest’anno il Tangram Teatro ha deciso di  dedicare ampio spazio a una selezione di giovani attori da tutta italia under32 , con quattro appuntamenti

Siciliano di Messina, classe 1983, diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Angelo Campolo è il primo dei selezionati per l’edizione 2016 di Maldipalco: a lui, domenica 16 ottobre alle 17 il angelo-campolocompito di inaugurare con 
I bambini della notte
il ciclo di performance riservate ai quattro giovani interpreti. Non di rado impegnato nella tripla veste di autore, regista ed attore dei suoi testi, Angelo Campolo vanta già un ricco curriculum di interpretazioni teatrali, cinematografiche e televisive, costante impegno cui, da tredici anni, affianca quello di direttore artistico della compagnia Daf per la quale ha realizzato numerosi allestimenti.

Il suo spettacolo si apre con una scenografia minimale ma molto incisiva che ci fa già intuire che si parlerà di cose lontane ma che in realtà sono molto più vicine di quanto ci sembri.
L’unico oggetto di scena è un cartello direzionale che indica le VITE. Esatto, non le “vie” di una città ma la strada di quelle vite che “Francesco” ci racconta.
Partendo da un colloquio a cui nemmeno lui sa ben rispondere con certezza,  capisce che deve andare a lavorare in quell’ospedale di cui gli hanno tanto parlato : Sant Mary Hospital, in Uganda. Li capisce veramente che significato ha la vita anche per i bambini, quella distesa di bambini che vogliono fuggire dalla guerra e si riparano nel cortile di un ospedale. E’ un luogo tanto speciale, dove anche quei bambini possono sognare.  Successivamnte, ci racconta la storia di come quell’ospedale sia stata la vita della coppia che lo ha costruito: lei canadese, lui italiano. Hanno due bambine, la seconda soffre la mancanza dei genitori che dedicano tutta la loro vita a quel’ospedale e a curare i bambini di altri. Attraverso la voce della figlia capiamo che avrebbe voluto una dimostrazione d’affetto diversa e più vera, ma sua madre e suo padre sapevano occuparsi solo di salvare vite di bambini scampati dalla guerra.

Francesco ci racconta di problemi che ci sembrano così lontani. Lui stesso alla fine ci chiede perchè e dice che ci sono anche i problemi qui e bisognerebbe parare di quelli e che ci sembrano molto più importanti. Ma la verità è che in questo mondo globalizzato dove tutti sano tutto di tutti, dove nessuno si conosce davvero: i problemi sono di tutti e ci dobbiamo preoccupare veramente delle cose che ci sembrano lontane perchè potresti ritrovarti a parlare dei tuoi stupidi problemi con un “bambino della notte”. I problemi non sono lontani, sono qui, quelli veri, vivi sul palco e ci stanno chiedendo perchè non ci muoviamo

Tutte queste immagini, queste vite di vie, sono costruite e ben chiare grazie a un magistrale utilizzo del corpo e della costruangelo-campolo-in-i-bambini-della-nottezione di immagini belle e vive. Immagini che ci trasportano su una gip che sussulta e scansa i colpi del fucile, immagini come quella di un pavimento costellato da piccole stelle che chiedono solo di sognare, facendo attenzione a non calpestare i loro magri corpicini.

I BAMBINI DELLA NOTTE
di e con Angelo Campolo
dal’omonimo libro di Mariapia Bonata e Francesco Bevilacqua
scene e costumi Giulia Drogo