PALCOSCENICO DANZA 2020

Definito come eclettico, ricco, e danzato, il programma di Palcoscenico Danza è stato presentato mercoledì 15 gennaio presso il teatro Astra, casa e cuore artistico sia della fondazione TPE che del lavoro di Paolo Mohovich, direttore artistico e pioniere di questa rassegna che si prospetta da subito un contenitore di tanta italianità ma con una mano tesa a numerose realtà estere.

Otto gli spettacoli proposti, tre le prime assolute, quattro quelle nazionali.

Questi i numeri della dodicesima edizione di Palcoscenico Danza, contraddistinta per l’interessante e diversificata combinazione dei linguaggi proposti al suo interno.

La rassegna debutterà il 23 gennaio con Another round for five firmato Cristiana Morganti e produzione TPE, e si concluderà il 3 maggio con Fusiones e Kali, rispettivamente di Flamenco vs Folclore basco e del gruppo Marullo/Riccobono.

Nel mezzo ci viene prospettato un avventuroso viaggio di grande arte e grande danza, entro il quale si denota un forte interesse allo sviluppo di una danza al femminile. Molte saranno infatti le coreografe donne, alle quali viene assegnato l’arduo compito di portare in scena la loro forza assieme ad altrettanta fragilità ed umanità.

Tutto questo viene elaborato e portato fino agli occhi degli spettatori anche in un’altra produzione TPE, Madre di Michela Lucenti, che andrà in scena da venerdì 6 a domenica 8 marzo.

Colonna portante di questo iter sarà la serata Pink del made for you 2020, nella quale i ragazzi di Eko Dance Project con la direzione di Pompea Santoro si esibiranno in lavori dall’impronta artistica di sole donne, e dove ritroviamo il nome di Francesca Frassinelli, coreografa presente anche nella scorsa edizione dell’evento.

Fiore all’occhiello del cartellone è sicuramente la presenza di uno storico spettacolo della compagnia Zappalà Danza, orgoglio italiano della danza in tutto il mondo, che andrà in scena con Instrument Jam il 10 marzo.

Da non dimenticare la serata dedicata alle collaborazioni artistiche tra compagnie italiane e compagnie estere, come quella che avrà luogo all’interno di Dancing Partners, interessante progetto che vede la Spellbound Dance Company di Mauro Astolfi in una stretta sinergia con tre compagnie di grande fama europea: Thomas Noone Dance (Spagna), Norrdans (Svezia), e Company Chameleon (Inghilterra).

Oltre a grandi nomi del panorama coreutico contemporaneo il cartellone si propone di ospitare anche due serate (27 e 28 marzo) dedicate ai giovani talenti e nella quale danzeranno i ballerini di Eko Dance Project assieme all’European School of Ballet, in uno spettacolo titolato ad hoc per l’occasione di interscambio Nederland-Italia, Nederlita.

Sempre il 28 marzo debutterà il frutto di una collaborazione tra Palcoscenico Danza e il festival Interplay, che vedrà protagonista una coreografia di Lucia Moretti in apertura della serata Interplay Link.

Last but not least, spettacolo attesissimo da tutti gli amanti della danza quello che fiorirà tra le sale della Reggia di Venaria Reale il 18 e il 19 aprile e che vede lo stesso Paolo Mohovic nella veste di coreografo impegnato in una stretta collaborazione con il musicista Cosimo Morleo per la creazione di uno spettacolo con musica dal vivo ispirato alla figura di Farinelli con in scena dieci danzatori della Eko Dance Project.

Questa edizione di Palcoscenico Danza sembra davvero un viaggio di cui non si sa il punto di partenza, e tantomeno il punto d’arrivo. È un intrecciarsi di sensibilità artistiche differenti, ma allo stesso tempo accomunate da ciò che per Paolo è stato un punto cardine per la creazione del percorso, ovvero un linguaggio davvero “danzato”, dove si ritrova la pura danza contaminata quel tanto da renderla ancora più fruibile e pura, una danza che parla da sola senza abbellimenti, una danza dove parla il corpo, e che a un pubblico fatto di corpi si rivolge. Danzatori e spettatori saranno accomunati da momenti di puro piacere per gli occhi e per il cuore, dove certamente si toccheranno tematiche oggigiorno importanti e su cui meditare, ma intrise di una lievità che la danza riesce a sostenere e a comunicare grazie al suo proposito di unire corpo e anima in un tutt’uno di grande intensità e bellezza senza tempo.

Silvia Urbani

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