Le fumatrici di pecore

La Lavanderia a Vapore di Collegno, all’interno del progetto multidisciplinare Media Dance, il 19 marzo ha proposto, come mantinéeper le scuole, lo spettacolo Le fumatrici di pecoredella Compagnia Abbondanza/Bertoni.

Media Dance è una rassegna di teatro danza, che si propone di utilizzare lo strumento dell’esperienza artistica per poter affrontare tematiche legate alla realtà che ci circonda e avvicinare gli studenti al teatro e alla danza. 

Lo spettacolo della compagnia trentina, terzo appuntamento della rassegna organizzato in collaborazione con il Servizio biblioteche della città di Torino e Fondazione Paideia, affronta un tema molto delicato: quello della disabilità.

In scena due donne: Antonella Bertoni e Patrizia Birolo, definite dal regista Michele Abbondanza, la prima, una portatrice malata della nostra salute; l’altra, portatrice sana di una diversa abilità.

Le donne dialogano con le parole e col corpo; un dialogo a tratti ordinario e a tratti fuori dagli schemi; a volte una chiacchierata da bar e altre un gioco; a volte un esercizio e altre una coreografia. Un dialogo naturale e continuo in cui si parla di attualità, in cui ci si prende cura dell’altro, in cui si gioca, in cui ci si confronta e ci si assicura che l’altro stia bene, che ci fa quasi dimenticare di essere a teatro, rompendo ogni confine tra teatro e vita, finzione e verità.

Per l’intero spettacolo Antonella e Patrizia si chiamano, danzano, chiacchierano, giocano, si abbracciano, ridono, si aiutano, si fanno domande, si danno risposte, si guardano, cantano, si accarezzano, si sparano, si sorreggono. Momenti di pura dolcezza vengono alternati a esilaranti scenette comiche e indecifrabili momenti di follia.

Le due interpreti appaiono disorientate e disorientano. Lo spettatore è chiamato a una partecipazione attiva, sempre in evoluzione; un adattamento senza sosta per tutta la durata dello spettacolo. Un cambio continuo di immagini e quadri che le due interpreti presentano al pubblico, senza mai dimenticarsi dell’altra, sempre in completo ascolto e attenzione reciproca, quasi come se non lasciassero mai l’una la mano dell’altra.

La bellezza e bravura di una danzatrice del calibro di Antonella Bertoni invade la scena con l’espressività e la qualità del suo movimento senza però mai oscurare la figura di Patrizia Birolo, che a sua volta appare un’attrice intensa e di grande qualità. Le due si spogliano davanti al pubblico, presentato molto umilmente la loro natura, la loro semplicità, includendo le loro debolezze, difficoltà e limiti.

Uno spettacolo che tocca il profondo della nostra anima, che ci mostra con semplicità come sia possibile e quanto sia bello trattare con naturalezza la disabilità, qualsiasi essa sia, anche sul palcoscenico. Un esperimento che molte volte è stato tentato ma che, poche volte, ha portato al raggiungimento di un prodotto di tale qualità poetica e umana. Un lavoro che fa sorridere, ridere e riflettere su come, in scena e non, possa essere bella la condivisione con persone con differenze piccole o grandi rispetto a noi.

Ho visto in platea ragazzi giovani tifare per Patrizia, ridere con lei; ho visto ragazzi giovani felici di essere a teatro e di essere coinvolti nello spettacolo; ho visto ragazzi giovani applaudire con foga; ho visto giovani ragazzi felici di aver conosciuto Patrizia e questo fa sperare in un mondo migliore, in cui il diverso non è visto come qualcosa da escludere, ma come qualcosa da mettere al centro e far brillare.

Un progetto di: Antonella Bertoni
Regia di: Michele Abbondanza
Coreografie, scene e costumi: Antonella Bertoni
Interpreti: Patrizia Birolo e Antonella Bertoni
Ideazione luci: Andrea Gentili

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