Sogno Americano – Ex di Shakespeare

Ex di Shakespeare, una compagnia formatasi dal laboratorio condotto da Jurij Ferrini nello scorso anno, 2016/2017, che ha visto attori che avevano voglia di approfondire i loro studi e continuare un lavoro di scoperta, ricerca, sperimentazione, condotti da uno dei registi più importanti sulla piazza torinese e non solo. Ecco chi sono i protagonisti di Sogno Americano per la regia di Jurij Ferrini, andato in scena dal 10 al 13 novembre presso la Cavallerizza reale.
Questo spettacolo arriva a Torino dopo la sua presentazione in giugno al Teatro Civico Garybaldi di Settimo Torinese e sta registrando ottimi risultati facendo sempre il pienone di pubblico.

Sulla scena troviamo 24 attori che si alternano come in una danza, facendo spostare l’orologio del tempo avanti e indietro, per farci vivere le grandi crisi finanziarie dell’America e mondiali: quella del 1929, del 1987 e l’ultima, ancora sotto i nostri occhi, del 2008.
L’opera è il risultato di una drammaturgia collettiva unita a suggestioni di Arthur Miller.

Lo spettatore viene catturato dalla scena completamente vuota, anche se non appena si esce dal campo luminoso, grazie all’assenza di quinte o sipario, possiamo scorgere nella penombra tutte le figure immobili, sedute, che aspettano il destino che hano in serbo per loro una o due crisi nell’arco della loro vita.
Ci accoglie un’anziana signora, Edie, che racconta alla nipote, Hanna di come lei e il marito Lee, hanno superato la crisi, ma viene dopo poco interrotta da un altro personaggio, Arthur Roberson, magnate di Wall Street, che la crisi del ’29, lui se l’aspettava e aveva cercato di mettere in guardia più persone possibili.
Hanna, ci spiega dopo questo antefatto che viaggeremo avanti e indietro nel tempo. Seguiremo le storie della sua vita, della vita dei suoi nonni che le hanno fatto da padre e madre, per poi andare ancora indietro e scoprire la storia di come quel braccialetto, che lei ha ricevuto dalla nonna è stato donato alla sua bisnonna e di come sia resistito e rimasto accanto alle donne della famiglia nei momenti più brutti, quasi a rappresentare una luce di speranza e di un futuro migliore. Un futuro che, se le cose continuassero ad andare in questo modo, mai è destinato ad arrivare.
Attraversiamo, con scene molto scarne composte solo da due tavoli e diversi tipi di sedie che si alternano, una casa perbene, un bar di New York, lo studio di una psicologa, un ufficio di collocamento…

Perché è successo? Siamo così stupidi da permettere che riaccadrà una cosa simile? Siamo davvero in grado di non preferire il denaro agli affetti alla voglia di vivere alla solidarietà collettiva? Queste sono le domande poste a noi del pubblico dai protagonisti, da chi stremata, perché nata in un momento storico dove ci sono solo problemi e quasi nessuna soluzione, sceglie di distruggere la sua integrità.
Ci accorgiamo di come un tempo si combatteva per qualcosa di migliore e non ci si arrendeva, mentre oggi si è stanchi di combattere e si è stanchi per le fatiche che ci portiamo nel DNA. Tutto o quasi del tutto inutile per tentare di raggiungere il tanto agognato sogno americano: il benessere economico.
Se è questo il sogno, per quale ragione viviamo di sogni diversi, viviamo immaginando un futuro molto più concreto, rispetto a un futuro roseo e pieno di aspirazioni. Il vero sogno, è solo quello di provare a cambiare le cose, a fare in modo che non ci siano più incubi economici, ma solo realtà migliori per tutti che non si basano sul denaro, ma sugli ideali di noi tutti. Ideali che hanno il bisogno di tornare ad essere puri e non contraffatti a causa della fame o della preoccupazione dell’arrivo a fine mese. Se non insegniamo a noi stessi a credere davvero e a imparare dagli errori passati, finiremo in una crisi continua, ma non solo economica.

Un grande spettacolo che andrebbe visto da chiunque. Uno spettacolo che lancia un messaggio molto forte e vive della voglia di tutti gli attori, che trasmettono un’incredibile forza di voler cambiare il futuro.
Un’impresa è anche portare uno spettacolo con 24 attori in tournée, ma un’impresa possibile e realizzabile. Il cast è fatto di attori provenienti da tutta Italia, che lavorano come una persona sola.
Lo spettatore non si rende conto di quanti personaggi ha incontrato durante lo spettacolo attraverso i diversi racconti di vita. Se ne accorge solo alla fine, quando tutti si mostrano sotto la luce e non sono più in penombra e capisce che gli incontri fatti in una vita sono tutti legati tra loro.

 

Elisa Mina.

Regia di Jurij Ferrini
Regista assistente Rebecca Rossetti
Elementi di scena Laboratorio Ferrini&Minetti

Con : Federica Alloro, Paolo Canfora, Astrid Casali, Alessandro Cassutti, Giulia Cerruti, Lorenzo De Iacovo ,Giulia Fratini, Caterina Gabanella, Lorenzo Goria, Flavia Gramaccioni, Federica Iacobelli, Erica Landolfi, Riccardo Lai, Monica Mana, Marta Montanaro, Agnese Mercati ,Federico Palumeri, Irene Parenti, Stefano Paradisi, Andrea Peron, Giulia Pont, Silvia Rizzi, Carola Rubino, Elia Tapognani.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *