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Tra ozio e noia c’è spazio per l’amore

Leonce und Lena Anplagghed

Sala buia illuminata da poche luci, pareti totalmente nere, una sedia e una porta al centro del palco. Questa è la scenografia di Leonce und Lena Anplagghed , spettacolo che racconta la vicenda di due giovani che decidono di fuggire dal proprio regno per scappare al matrimonio impostogli dalla famiglia.

Leonce, il principe del regno di Popo, è un ragazzo estremamente annoiato dalla vita e per questo non sa come gestire le proprie azioni. La sua unica occupazione è quella di oziare tutto il giorno. Per caso, un giorno incontra un ragazzo di nome Valerio; una persona semplice che vorrebbe poter dedicarsi a tutto quello che lo aggrada. Valerio è l’esatto opposto di Leonce, ma nonostante questo diventano amici e introducono il discorso della morte, che sarà poi il tema principale dello spettacolo. Nonostante l’opera sia ottocentesca (l’autore è Buchner) i protagonisti riescono a coinciliare alla perfezione il passato e il presente inserendo nello spettacolo alcuni elementi dei nostri giorni spezzando momentaneamente il filo logico della vicenda. Elementi come il telefonino utilizzato dalla consigliera del Re di Popo, le canzoni cantate che risalgono a qualche anno fa e ai discorsi di Valerio su Raffaella Carrà, i pokemon e sulla filastrocca molto famosa che recita “C’era una volta un re seduto su un sofà che disse alla sua serva raccontami una storia. La serva incominciò” e che si ripete all’infinito. E’ proprio durante uno di questi discorsi che viene annunciato a Leonce l’imminente matrimonio, che riporterà la scena da chiave ironica a nuovamente seria. Il principe non è intenzionato a sposare la giovane e misteriosa principessa Lena che ricorda nella peggiore delle sue forme con gli occhi enormi ad occupare quasi tutto il viso e dei solchi al posto delle fossette intorno alla bocca. Valerio decide che l’unica possibilità per impedire il matrimonio è che Leonce scappi lontano e così i due decidono di intraprendere un viaggio verso l’Italia.

La seconda scena si svolge nel regno di Pipi dove anche la principessa Lena è consapevole che da lì a qualche ora sarebbe diventata la sposa di uno sconosciuto e anch’essa si rifiuta categoricamente di assecondare il matrimonio e di soffocare così la propria libertà e decide di scappare con la propria governante in un posto lontano.

La terza scena ha luogo all’interno di una locanda dove entrambi i principi decidono di passare la notte. Leonce, a detta sua troppo impegnato a non fare nulla per dedicarsi all’amore, viene colpito da Lena dopo che quest’ultima ha continuato con una vena malinconica e con allusioni alla morte il discorso del principe sul destino dell’umanità. Nasce così da parte sua un interesse per questa donna così affine a lui e il sentimento è palesemente ricambiato. Leonce si confida con l’amico Valerio che decide di presentare i due innamorati al regno di Popo sotto forma di due automi, rappresentati dai due attori grazie a delle maschere di cartapesta, per essere sposati dal Re.

Il Re, apparso un paio di volte all’interno dello spettacolo ha fatto sorridere il pubblico con la sua ironia, riuscendo a distogliere lo sguardo dalla vena malinconica di alcune situazioni. Nonostante il sovrano sia un po’ sbadato, appare molto serio nel proprio lavoro e intende mantenere la promessa che aveva fatto ai suoi sudditi di celebrare il matrimonio tra il principe Leonce e la principessa Lena. Grazie alla richiesta di Valerio si presenta la possibilità per il Re di mantenere la parola data e quindi decide di sposare i due giovani automi come se fossero realmente Leonce e Lena. Una volta celebrato il matrimonio gli sposi si levano cautamente la maschera e il Re riconosce prima il principe e poi meravigliato anche la principessa Lena e così anche i due ragazzi a loro volta si riconoscono e non si vedono più con disprezzo, ma come due persone che hanno imparato a conoscersi ed amarsi. Insieme decidono di vivere a Capri e di allontanarsi dalla vecchia vita,di distruggere tutti gli orologi e contare il tempo che passa attraverso le stagioni e la natura,di circondarsi di specchi ustori per far in modo che non ci sia mai il freddo,di costruire un teatro per divertirsi e di avere una comoda religione. Valerio inoltre dichiara che chi vuole darsi da fare nella società verrà dichiarato pazzo e il lavoro illegale. Esisterà solo l’ozio.

La scenografia è spoglia ma essenziale. La porta che si trova al centro del palco è appoggiata su una tavola di legno con le rotelle così da potersi muovere con semplicità, caratteristica molto utile per gli attori. Inizialmente infatti viene affisso un cartello per far capire che la scena si svolge nel regno di Popo. Successivamente ne vengono appesi altri sopra quello per trasportare il pubblico ,in ordine, nel regno di Pipi, nel vasto mondo, in una locanda e in fine di nuovo nel regno di Popo. Tutta la storia è accompagnata dalla musica suonata dal vivo poichè in un angolino, a lato del palco , seduta su una sedia quasi a sembrare anche lei una spettatrice, una ragazza tiene in mano una chitarra e all’occasione suona qualche melodia o canzone che viene poi interpretata dagli attori. Un’altra caratteristica , che il pubblico ha apprezzato particolarmente, è lo scambio di battute con gli spettatori. Il teatro è piccolo ed è forse grazie a questo che gli attori sono riusciti a creare un rapporto molto intimo con le persone presenti. Con maestria e anche un tocco di furbizia gli attori riescono a creare un bellissimo rapporto con il pubblico ed ad affrontare la grande importanza del testo di Georg Buchner con simpatia e leggerezza facendo riflettere e allo stesso tempo strappando un sorriso a tutti i presenti.

Ilaria Lavia

 

10 marzo 2017, Teatro bellARTE

commedia rivisitata di Georg Buchner, Leonce und Lena – Ein Lustspiel (1836)

Regia Angelo Maria Tronca

Aiuto Regia Salvatore Agli | Dramaturg Marco Lorenzi

con Cecilia Bozzolini, Valeria Camici, Angelo Tronca, Nicola Marchitiello e Marcello Spinetta