torinodanza festival 2021

LA CONFERENZA STAMPA

Un’ ottantina di volti su uno schermo in attesa di belle notizie, in attesa di un segnale forte di ripartenza. 

E così è stato. 

Giovedì 10 giugno si è svolta sulla piattaforma online Zoom la conferenza stampa inerente il programma dell’ edizione di Torinodanza Festival 2021, festival di danza contemporanea che avrà luogo in molti degli spazi simbolo delle città di Torino e Moncalieri dal 3 settembre al 29 ottobre 2021. 

Dopo l’apertura ufficiale dell’incontro da parte del Presidente e del Direttore del Teatro Stabile di Torino, rispettivamente Lamberto Vallarino Gancia e Filippo Fonsatti, il clima che si respirava seppur a distanza era fin da subito ottimistico e proiettato verso il futuro, senza che mancasse uno sguardo al nostro vissuto di questo ultimo anno e mezzo. Ma anche quando la strada sembrava controversa e incerta, le idee e i progetti di Torinodanza circolavano a gran velocità, rendendo il progetto del Teatro Stabile pronto per questo nuovo anno denso di nomi tanto internazionali quanto nostrani.

Molti spettacoli del programma 2020 sono infatti stati rimandati a quest’anno, una scelta che ha contribuito a mantenere i forti legami con gli artisti ospiti e con la realtà internazionale che contraddistingue il festival. 

Citando Filippo Fonsatti, «Ciò che fino a ieri ci era parsa una situazione impossibile appare ora all’orizzonte», con l’invito ad assaporare gli spettacoli con la consapevolezza che nulla ormai si può dare per scontato e che sono da considerarsi un privilegio e una fortuna quelli di poter intersecare esperienze e momenti di vita con artisti per lungo tempo slegati dal contatto con il pubblico. 

Anna Cremonini, Direttrice artistica del Festival, descrive il posizionamento di Torino Danza all’interno del panorama dei progetti culturali internazionali di settore.

Il programma lo conferma, poiché l’edizione verrà inaugurata il 3-4-5 settembre con Sharon Eyal, il suo Chapter 3 – The Brutal Journey of the Heart e i temi legati all’amore, ai rapporti e alle vicinanze, in scena al Teatro Carignano. 

Il 10-11-12 settembre troviamo alle Fonderie Limone la compagnia Peeping Tom di Gabriela Carrizo e Franck Chartier con una nuova trilogia dal titolo Tryptych che comprende The missing door, The lost room, The hidden floor, e che ci mostra una visione claustrofobica della presenza unita ad una paradossale nostalgia per il futuro.

L’heure exquise che vedremo il 13-14 settembre al Teatro Carignano è la ricostruzione di un brano che ha visto la sua nascita proprio all’interno della cornice di Torinodanza nel 1998 con la firma di Béjart per coreografia e regia. In questa veste riprende vita grazie all’iniziativa di Alessandra Ferri e all’ispirazione proveniente dai Giorni Felici di Samuel Beckett. Ricordiamo che la prima versione fu creata da Béjart per Carla Fracci e Micha Van Hoecke, e che per questa occasione verrà rimontata da Maina Gielgud.  

Molti altri i nomi a seguire: la compagnia Wang Ramirez con Parts (16-17-18 settembre presso le Fonderie Limone), e la compagnia Out Innerspace con Bygones (21-22 settembre al Teatro Carignano). 

Debutto che attende da un anno di essere portato in scena, Transverse Orientation è il nuovo lavoro di Dimitris Papaioannou, che andrà in scena il 23-24-25-26 settembre presso le Fonderie Limone.

Il 29-30 settembre e l’1 ottobre niente meno che Hofesh Shechter porterà sempre alle Fonderie un doppio omicido, un Double Murder, spettacolo composto da due brani, Clowns e The fix. Quest’ultimo è un nuovo lavoro che Anna Cremonini ci rivela essere un cambio di tendenza all’interno del linguaggio del coreografo, che ricerca qui un’ambientazione soft come portavoce del periodo pandemico. 

Shantala Shivalingappa, artista cancellata lo scorso anno, torna al festival con aSH, una creazione di Aurélien Bory. Sarà in scena il 14-14 ottobre alle Fonderie.

I nomi internazionali, come vedete, sembrano non finire, e ancora altri grandi figure arriveranno a Torino quest’autunno.

E infatti il coreografo  Akram Khan sarà ospite alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani il 16-17 ottobre con Chotto Xenos, spettacolo che traduce il primigenio Xenos (presente a Torinodanza nel 2019) per un pubblico giovanissimo, a partire dai sette anni in su.

La meravigliosa lista delle esperienze internazionali che potremo vivere grazie al festival si chiude con la pluripremiata Anne Teresa De Keersmaeker, che danzerà lei stessa sulle note delle Variazioni Goldberg di Bach eseguite da Pavel Kolesnikov, in una creazione dal titolo The Goldberg Variations. Il 28 e 29 ottobre alle Fonderie Limone. 

Ma il festival è anche Italia, e i nomi parlano da sé: Annamaria Ajmone con La notte è il mio giorno preferito (2 ottobre alla Lavanderia a Vapore), Silvia Gribaudi con Monjour (8 e 9 ottobre alle Fonderie Limone), Marco D’Agostin con Saga (19 e 20 ottobre alle Fonderie Limone), e Michele di Stefano | mk con Maqam (22 e 23 ottobre alle Fonderie Limone). 

Torinodanza è un festival che porta la danza contemporanea a Torino, e lo fa attraverso dialoghi duraturi con le istituzioni quali il Ministero della Cultura, la regione Piemonte, la città di Torino, la città di Moncalieri. 

Non mancano tra le collaborazioni quello con la Fondazione Piemonte dal Vivo e la Lavanderia a vapore, con Mosaico Danza | Interplay festival, la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, la Fondazione Piemonte Europa, il Museo del Cinema e MITO Settembre Musica, realtà del territorio attive nell’ottica di cooperare e supportare la cultura in Italia. Importante anche la media partnership con RAI5, confermata per il terzo anno. 

Il supporto della Fondazione della Compagnia di San Paolo e di Banca Intesa San Paolo, oltre a quello della Fondazione per la Cultura di Torino, rendono ancor più possibile un progetto ambizioso ma radicato e seguitissimo.

La veste di Torinodanza, ci racconta la direttrice artistica, è un abito che lo stesso festival si è ricamato e cucito addosso negli anni, grazie soprattutto all’ estrema attenzione data al programma: «un buon festival è quello che ospita al suo interno spettacoli belli».

Un buon programma e una solida rete di collaborazioni, importantissime nell’immediata attualità per riattivare le relazioni e l’unione per una causa che ha come protagonista l’arte, rendono dunque il progetto capace di spiccare le ali verso una nuova edizione, forse la più importante di tutte, DANCE ME TO THE END OF LOVE.

Silvia Urbani 

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