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Roméo et Juliette – Angelin Preljocaj

Prima serata per TorinoDanza 2017 che, in collaborazione con La Francia in Scena, offre al suo pubblico un classico della danza contemporanea, inserito in MITO SettembreMusica. Angelin Preljocaj, francese di origini albanesi, è infatti uno dei piú affermati nomi della danza d’autore ascrivibile alla macroetichetta del neoclassico. Quello che porta in scena, sul palco del celebre festival torinese, è il suo storico balletto Roméo et Juliette, datato 1990, che reinterpreta in chiave moderna il classico shakespeariano, già molto ambito dai coreografi dopo che nel 1935 Prokof’ev ne scrisse un adattamento musicale per balletto.

Si entra nella sala del Teatro Regio a sipario già alzato, suoni bassi e solenni accolgono lo spettatore che si accomoda fra i tanti sedili, ancora distratto nei convenevoli. Fin dalle prime scene quella del franco-albanese si presenta come una versione dinamica e spettacolare che fonde il dramma dei due amanti al contesto sociale est-europeo degli anni ’80, ancor più sul piano estetico che su quello drammaturgico. Scenografie imponenti e futuristiche riproducono un grande muro, che a prima vista separerebbe due mondi opposti, con al centro una grande e totemica torretta di controllo da cui si dipana una passerella sospesa che successivamente scopriremo predisposta alla ronda notturna di una sentinella e del suo pastore tedesco. L’architettura fa da cornice ad uno spettacolo fantascientifico-distopico, se questo genere si puó applicare ad un lavoro di danza, il cui carattere fortemente cinematografico lo rende un kolossal coreutico, esplicitamente atto ad intrattenere positivamente un grande pubblico di massa, e non per forza di esperti. Passionale ed appassionato, Preljocaj pone due mondi a confronto: la milizia incaricata di assicurare l’ordine al di qua del muro (i Capuleti), contro i senzatetto rivoluzionari che vivono fuori dalla barriera, ma che di tanto in tanto riesco ad intrufolarvisi (i Montecchi).

Un divertissement pop, formalmente sospeso tra accademismi e rappresentazione di genere, esteticamente oscillante tra il Terry Gilliam di Brazil e i migliori videoclip musicali dell’epoca, in una retorica profondamente anni ’90, tanto ambigua quanto dissacrante.

TorinoDanza apre la stagione guardando al passato, con un degno spettacolo di evasione, a tratti ancora d’impatto, ad altri già stucchevole: ad emozionare sono le intramontabili sequenze corali, robuste ed incalzanti, supportate dalle potenti musiche del compositore russo; a distrarre invece, forse per eccessiva enfasi didascalica, i passi a due, recitati piú che danzati, con certa marcata impostazione tutta accademica. La suspense e le sfumature da thriller, qualità affatto scontate per un balletto, e che questo Romeo e Giulietta possiede, sembrano assopirsi proprio alla fine, quando fra i consueti ammazzamenti amorosi il pubblico non sa se applaudire o se rimanere in attesa.

Si conferma tuttavia una storia splendida, degna dei più alti ed astorici connotati narrativi, ma altrettanto integrata nel contraddittorio contesto sociale (e artistico) dell’Europa dell’Est dell’ultimo ventennio del XX secolo. Forse non poi così diverso, per coloro che volessero amarsi al di là delle dinamiche politiche, da quello delle importanti famiglie del Cinquecento italiano. Il tutto, ovviamente, raccontato con la capacità unica di trascendere e ridefinire i linguaggi della favola, propria della danza, che se a tratti banalizza la drammaturgia, ne accentua poi enormemente il carattere barocco, onirico e fiabesco.

Spettacolo senza dubbio retorico, ma di una retorica che a conti fatti regge bene il confronto con i suoi ventisette anni.

Tobia Rossetti

 

 

CATS – La memoria viva ancora

A otto anni dall’ultima replica italiana e per la prima volta, Torino ha rivolto lo sguardo a una delle creature più affascianti del mondo animale: i gatti.
“Cats”, ha calcato con passo felpato il palco del Teatro Regio dal 25-28 febbraio, con la seconda tappa di un tour italiano che ha visto Genova e vedrà nel mese di marzo Milano e Bologna.
Questa versione, che vede la collaborazione del Teatro Regio con World Entertainment Company S.p.A. – WEC S.p.A. è il frutto di un risultato riuscito e del ritorno sulle scene di uno dei più longevi musical della storia del teatro. Infatti lo stesso spettacolo (proposto in Italia interamente in lingua originale) si è rivelato nuovo ma allo stesso tempo storico, per la riunione del team creativo originale: il regista Trevor Nunn, la regista associata e coreografa Gillian Lynne, lo scenografo John Napier e il compositore Andrew Lloyd Webber, che ne ha rivisto alcuni brani.

La rivisitazione, già presentata nella stagione ‘13-‘14 a Londra nel West End, vede piacevoli novità come il rinnovo di uno dei personaggi più eclettici Rum Tum Tugger, che porta la modernità con un rap fresco e hip hop coinvolgente. Per renderlo moderno e coinvolgente, è necessario anche eliminare il fattore umano e treasformare il pubblico in felini: obiettivo riuscito. Grazie al prolungamento della scena, alla fossa orchestrale chiusa, rendendo un tutt’uno sala-palco, necessario per i continui passaggi di Bombaulirina, Cassandra, Alonzo, Quaxo e tutti gli altri della banda dei “Jellicle Cats” che si infilano e si nascondono nella platea, riescono a creare un forte coinvolgimento del pubblico.
Il Musical incarna alla perfezione gli standard degli spettacoli che affollano Broadway e il West End londinese. Tra numeri di tip tap, hip hop e danza jazz, i che fanno venir voglia di alzarsi e danzare con i Jellicle cats. Continua la lettura di CATS – La memoria viva ancora