THE DANCING PUBBLIC – METTE INGVARTSEN

Spettacolo avanguardistico al teatro Astra il 28 e il 29 ottobre 2022, per la rassegna della Ventisettesima Edizione del festival delle Colline, dove la performer e coreografa danese, Mette Ingvartsen “aggredisce” e coinvolge il pubblico, vero protagonista di questo spettacolo, in una danza folle e ininterrotta. Una danza senza fine, come il fenomeno storico della mania del ballo che l’artista si ripropone di interrogare nella sua ambiguità: malattia o bisogno di libertà? Dal Medioevo fino ai nostri giorni questo fenomeno si è presentato più e più volte, dai Sabba delle “streghe” ai rave clandestini, come quello del 2020 ad Aglientu durante la pandemia.

Isteria di gruppo? O solo un rituale in nome di un ritorno alla vita dopo giorni di solitudine e staticità a cui siamo stati costretti a causa del COVID? Questa è una delle tante domande che vengono in mente dopo la partecipazione a uno spettacolo simile ad un concerto in discoteca fatto di musica martellante, che porta chi partecipa ad entrare in trance con movimenti ripetitivi e ipnotici.

Infatti la caratteristica di questo spettacolo è la presenza predominante del pubblico, che può influenzare l’andamento, ma non la storia, della performance. È tutto un gioco di rapporti di potere che si scambiano durante la danza. Nel momento in cui Mette racconta il potere è tutto nelle sue mani: il pubblico rallenta i movimenti per ascoltare, i corpi sono calamitati verso un unico punto, il suo, e avviene più di un meccanismo di ricalco nei movimenti danzati. Quasi a diventare un unico corpo di ballo in sincronia. Nel momento in cui invece sale la musica il potere esplode con il drop e si sparge su ogni persona che avrà la possibilità di influenzare la danza e l’energia degli altri, diventando un catalizzatore a sua volta. Infatti, come afferma Mette nell’intervista pubblicata su questo Blog, si tratta solo e soltanto di energia che viene data e che ritorna attraverso corpi, attraverso anime che si liberano.

Nella performance di venerdì 28 ottobre il pubblico era molto coinvolto e partecipativo, il che ha permesso di creare un’atmosfera rilassata e felice. Anche i più timidi, senza pressione grazie alle luci soft e alla loro intermittenza, sono riusciti a sciogliersi e a danzare con Mette. Il momento finale, riservato esclusivamente al pubblico, è stato utile per concludere gradualmente con l’esperienza e concentrarsi su se stessi. Un momento di condivisione diverso da quello della performance, in quanto si era tutti più lucidi e presenti.

Lo spettacolo del 29 ottobre si è invece caratterizzato per il diffondersi irrefrenabile, tra il pubblico, di una sorta di “pestilenza danzante contagiosa” che plasma una comunità che si muove all’unisono andando a scavare nell’istinto animale più profondo della natura umana. Pur collocandosi all’interno dei una scenografia costituita esclusivamente da tre palchetti e da poche luci completamente esposte, la performer riesce a coinvolgere lo spettatore attraverso un curato lavoro di ingaggio sui codici luce e sulla musica. Lo spettacolo, ben riuscito, coinvolge il pubblico in modo attivo e se proprio si deve trovare una “pecca”, questa è costituita proprio dalla musica eccessivamente alta per comprendere a volte le parole dell’artista. C’è da dire però che il focus della performance non sono le parole ma l’esperienza più in generale. Il testo inoltre era recitato in lingua inglese, perciò non di immediata comprensione per tutti, essendo la lingua una barriera sociale ancora predominante in Italia. L’artista ha voluto comunque fornire strumenti per la comprensione della storia; infatti ha lasciato vicino alla biglietteria dei libretti con il testo tradotto in Italiano, nella speranza però che la traduzione venisse letta dopo e non prima della performance.  

Erica Argiolu

Linda Steur

Concept & Performance: Mette Ingvartsen
Lighting design: Minna Tiikkainen
Scene: Mette Ingvartsen & Minna Tiikkainen
Arrangiamento musicale: Mette Ingvartsen & Anne van de Star
Costumi: Jennifer Defays
Drammaturgia: Bojana Cvejić
Traduzione francese: Gilles Amalvi
Direzione tecnica: Hans Meijer
Tecnico del suono: Anne van de Star
Organizzatrice di compagnia: Ruth Collier
Produzione e amministrazione: Joey Ng

Musica: Affkt feat. Sutja Gutierrez, Scanner, Radio Boy, LCC, VII Circle, Kangding Ray, Paula Temple, Ron Morelli, Valanx, Anne van de Star

Una produzione di: Great Investment vzw

Supportato da: the Fondation d’entreprise Hermès nell’ambito del New Settings Program, Bikubenfonden.

Co-produzione: PACT Zollverein (Essen), Kaaitheater (Brussels), Festival d’Automne (Paris), Tanzquartier (Vienna), SPRING Performing Arts Festival (Utrecht), Kunstencentrum Vooruit (Ghent), Les Hivernales – Centre de Développement Chorégraphique National d’Avignon , Charleroi danse centre chorégraphique de Wallonie – Bruxelles, NEXT festival, Dansens Hus Oslo

Con il supporto di: Kunstencentrum Buda (Kortrijk)

Fondato da: The Flemish Authorities, The Danish Arts Council & The Flemish Community Commission (VGC)

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